Il 17 novembre sarà ricordato come un giorno notevole per la politica locale. Eva Klotz ha formalizzato con un velo di commozione il suo congedo dal Consiglio Provinciale, istituzione in cui è stata presente ininterrottamente dal 1983, dunque più di trent’anni, e della quale rappresenta senza dubbio un simbolo di passione e coerenza. Ma il 17 novembre, riferiscono le cronache astronomiche, è anche l’unico giorno dell’anno in cui è visibile lo sciame meteorico delle Leonidi. Almeno per chi crede a simili corrispondenze: Klotz si è infatti sempre battuta come una leonessa per consentire al suo popolo di esercitare il diritto all’autodeterminazione e con ciò ottenere la “liberazione” del Sudtirolo dall’occupazione italiana (una delle sue frasi più celebri recita: “Chiederci di festeggiare l’Unità d’Italia è come chiedere ad una donna stuprata di festeggiare con lo stupratore l’anniversario della violenza subita”).
Nonostante i sospetti di alcuni (per la verità pochi) malevoli, la ragione dell’abbandono risiede in una sofferta situazione familiare. Eva Klotz ha indicato nella precaria salute del marito il termine di una carriera cominciata a ridosso della morte del padre, avvenuta nel gennaio del 1976, quando lei aveva appena venticinque anni. E proprio nel culto di Georg Klotz, combattente per la libertà o terrorista, a seconda del punto di vista con il quale se ne può recensire la vicenda, è ravvisabile la chiave del suo impegno costante. Al pari di molte associazioni patriottiche che hanno costituito e costituiscono l’ambiente naturale del proselitismo indipendentistico di marca pantirolese, è il non risolto rapporto con il passato – in un certo senso l’incapacità di elaborare il duplice lutto vissuto sul piano storico, in seguito alla frammentazione del Land, e su quello privato a causa del “martirio” attribuito al genitore scomparso, ancora privo dell’atteso e pieno risarcimento politico – ad aver informato il suo modello di pensiero e d’azione. Modello in buona sostanza cimiteriale e orientato all’attesa di una resurrezione sognata in forma di plebiscito.
Ovviamente non c’è solo questo. Negli ultimi tempi, soprattutto mediante la creazione di un movimento (Süd-Tiroler Freiheit) abile nello sfruttare i più attuali mezzi della propaganda politica, nonché alimentato da una diffusa sensibilità per l’affermazione di identità localistiche legittimate dalla difficoltà di sciogliere i confini nazionali in un quadro di riferimento europeo, il messaggio di Eva Klotz si è rivestito di una patina di modernità attraente anche per le nuove generazioni. Tutt’altro che cometa della nostra politica, il suo astro continuerà quindi a brillare sicuramente anche fuori dal Consiglio Provinciale.