E ridagli!
di Marco Cagnotti
Il caro, vecchio Stephen l’ha rifatto: “Dio non esiste”, ha detto. No, anzi, ha detto: “Dio non è necessario per spiegare l’origine dell’universo”. Che non è proprio la stessa cosa, ma quasi. Comunque grazie, lo sapevamo già. Non che Dio è inutile, ma che Hawking pensa che Dio sia inutile. Tant’è vero che l’aveva già scritto nei suoi libri precedenti: il Big Bang non va considerato come una creazione di origine divina, l’apparizione dell’universo fu spontanea e non frutto di un atto di volontà, tutto emerse da una fluttuazione quantistica del vuoto eccetera eccetera. Adesso, nuovo libro e ribaditura del concetto.
The Grand Design esce fra pochi giorni per Random House, firmato insieme a Leonard Mlodinow, del Caltech, e già suscita scompiglio, tanto da meritare i titoloni dei giornali italiani. Come se mancassero argomenti più interessanti e meno scontati. Ma che importa? Fra tette, culi, gossip sulle telemignotte e filmati ridicoli sui gatti, come arma di distrazione di massa torna utile anche il grande genio storpio e ateo.
Fra i pochi davvero titolati per commentare, Amedeo Balbi su “il Post”:
Quindi, addio legislatore supremo. Almeno, così la pensa Hawking. Ma sottovaluta il fatto che i teologi sono cervelli sottili, e dopo ogni rivoluzione scientifica sono sempre riusciti a far sopravvivere l’idea che esista un creatore, adattandola al nuovo scenario. Per cui, è facile prevedere che queste discussioni – e i titoli dei giornali – proseguiranno. Nei secoli dei secoli.
Che i teologi siano cervelli sottili non c’è dubbio. Noi diremmo, piuttosto, virtuosi del free climbing sugli specchi. Vediamo che s’inventeranno stavolta. Tanto, alla peggio, c’è la solita scappatoia: “Dio si trova alla fine di un cammino di fede”. E chissenefrega della fluttuazione quantistica del vuoto.