Resti dell'antico lebbrosario di Dunwich
Un professore dell'Università di Southampton ha analizzato dettagliatamente i resti archeologici della città medioevale perduta di Dunwich, conosciuta come l'Atlantide della Gran Bretagna, un piccolo villaggio costiero nella contea di Suffolk, in Inghilterra. Il progetto è guidato dal professor David Sear ed ha permesso di tracciare un'accurata mappa delle vie della città sommersa, degli edifici e di altre rovine che giacciono sotto la superficie del mare. Le ricerche e le analisi sono state piuttosto difficili a causa della scarsa visibilità dell'acqua, resa torbida dal fango.Un tempo Dunwich era un porto fiorente, che si estendeva su una superficie pari a quella della Londra del XIV secolo. Le continue tempeste, l'erosione della costa e le inondazioni hanno, alla fine, spazzato completamente via la cittadina ed insabbiato il fiume Dunwich a partire dal 1286. La maggior parte dell'antico borgo medioevale si trova, ora, ad una profondità che varia dai 3 ai 10 metri, poco lontano dalla riva di costa.
Le indagini subacquee hanno permesso di individuare i probabili resti del Convento dei Blackfriars, della chiesa di San Pietro e della Cappella di Santa Caterina. I ricercatori ritengono, anche, di aver individuato un edificio che potrebbe essere il municipio e l'area nord dedicata ad attività commerciali.
Dunwich è citata come Donnoc nelle fonti medioevali. Le prime notizie del villaggio risalgono al 632, anno in cui vi fu stabilita la sede episcopale dell'Anglia orientale. Sotto il regno di Edoardo I (1272-1307), Dunwich raggiunse il massimo splendore e divenne uno dei più grandi porti commerciali dell'Inghilterra orientale, con una popolazione di oltre 3000 abitanti.