Sulla sua pagina Facebook il senatore riporta una lettera anonima in cui spiega che mentre era coinvolto nelle votazioni per la commissione sull'ecomafia, era gia` iniziato l`attacco mediatico, a seguito di una riunione di pochi attivisti del MU Napoli che lo hanno sfiduciato, riunitisi di domenica alle 15, in presenza dei parlamentari Roberto Fico e Vilma Moronese, con ordine del giorno imprecisato e rimasto oscuro fino all`ora di pranzo. Il primo sito a riportare la notizia e` stato quello gestito da un utente del meetup Napoli, fratello del consigliere comunale Marco Nonno, noto alle cronache giudiziarie per i disordini a Pianura del 2008.
Pianura, quartiere periferico di Napoli, e` stato oggetto di speculazione edilizia abusiva sotto la regia della camorra, la paventata riapertura della discarica nel 2008 avrebbe comportato il deprezzamento degli immobili nella zona, cosicche` le proteste ambientaliste e della popolazione locale vennero strumentalizzate da chi aveva altri interessi legati alla criminalita`, come si evince dal link di sopra. Da qui la riflessione di Bartolomeo Pepe nel commento a corredo della lettera sopra riportata: "non ho modo di verificare e nemmeno di dubitare di nessuno tantomeno di un movimentista qualsiasi, certo sono brutti periodi".
Un invito alla riflessione che si puo` ricavare da quanto successo, senza entrare nel merito di ostilita` e rancori personali di vecchia data tra Bartolomeo Pepe e gli organizer del meetup Napoli, ovvero un meetup che decide senza contraddittorio di sfiduciare un senatore del movimento, con modalita` contestate da centinaia di attivisti della regione Campania, come si legge in questo comunicato, e` solo una resa dei conti personali o il moVimento campano, come del resto in tutt'Italia, si avvia a formare la casta dei duri e puri, mettendo fuori tutti quelli che vogliono essere movimentisti liberi di pensare e agire senza diktat dall'alto?
Un'ulteriore riflessione e` il caso di farla su parentele scomode nel MU Napoli.
La questione non va ridotta ad un`analisi superficiale secondo la quale le colpe di Caino non possono ricadere su Abele, è fuorviante questo modo di ragionare, perchè il movimento 5 stelle si prefigge di essere diverso dagli altri e intervenire laddove c’è da denunciare. Vi immaginate una guerra pubblica tra i due fratelli, con il fratello meno celebre che va contro l’altro, accusato di cose gravissime come l’avere rapporti con un clan locale?
Difficile da pensare una cosa del genere, d’altronde pare che nessuno nel meetup Napoli si ponga un minimo d’imbarazzo che a doversi opporre al marcio su quel territorio ci sia proprio il fratello del politico più in vista. Presentarsi su quel territorio per fare propaganda a nome del movimento, quando con il nome che si porta si viene inevitabilmente associati ad un politico incompatibile con la politica del movimento, non è una brutta presentazione per il movimento a Napoli?
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