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Dopo l’esposizione a Palazzo Madama, dove è restato fino al 2 giugno 2015, l’Autoritratto di Leonardo pronto per un possibile restauro che lo renderà inaccessibile e lontano da Torino
Autoritratto di Leonardo
E’ uno dei vanti della città subalpina il famosissimo Autoritratto di Leonardo, disegno a sanguignasu carta, e databile al 1515 circa, e conservato nella Biblioteca Reale di Torino, per lo più invisibile al pubblico.
In occasione di Expo e dell’Ostensione della Sindone, l’opera è uscita dalla Biblioteca per essere ammirata a Palazzo Madama, in un allestimento di luce e musica speciale, quasi in un muto sacro dialogo umano-divino con la Sindone esposta a due passi nel Duomo.La storia di questa Icona è altrettanto avventurosa e romanzesca. Il volto anziano del genio, concentrato nel pensiero è rimasta sconosciuta fino all’inizio dell’Ottocento, quando venne finalmente riconosciuto come Autoritratto leonardesco.
Nei suoi 500 anni di vita l’opera raccoglie infatti ancora molti segreti. Una delle tante “magiche” leggende torinesi, racconta che lo sguardo magnetico del ritratto possa donare una forza energetica a chi lo osserva. E proprio per questo motivo si crede che il disegno durante la Seconda Guerra mondiale sia stato nascosto a Roma, per evitare che cadesse nelle mani di Hitler.
Nel tempo la carta è divenuta più sottile, macchiata, ingiallita, al punto di considerare arduolo stesso tentativo di restauro. L’intenzione è comunque quella di mantenere l’opera nelle attuali condizioni per il maggior tempo possibile. Ma come mai si trova a Torino?
Grazie a un collezionista, Giovanni Volpato, un mercante d’arte e curatore che aveva viaggiato in tutta Europa. Come egli ne fosse in possesso non si sa, ma chiese al Re Carlo Alberto di Savoia 70.000 lire piemontesi, per vendere la sua intera collezione di opere. Una cifra astronomica per i tempi, che fu abbassata a 50.000, pagati a rate in otto anni. Volpato chiese anche di restare come curatore della Biblioteca Reale, non pagato.
Tutto cip che riguarda Leonardo da Vinci, oggi più di ieri, è oggetto di una avventura estetica, scientifica , umana, e non è mancata quindi persino il “gioco” psicologico di specchiamento col l’altro enigmatico volto, quello di Monna Lisa.
Per che ha avuto il piacere di un “contatto” ravvicinato con l’Autoritratto, per altro ritenuto anche presunto, si porterà con sé una emozione profonda, non resa di certo con la visione di una semplice stampa fotografica.
Chi non ha avuto ancora questo piacere e privilegio, speriamo che l'opera non resti molto tempo chiuso e nascostonella sua invisibilità.
Antonio Miredi
L'Autoritratto leonardesco nella Sala del Senato a Palazzo Madama di Torino
photo © Antonio Miredi
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