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L’avvenire di un modello di economia sociale

Creato il 01 ottobre 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
L’avvenire di un modello di economia sociale

Cinque persone perdono il posto di lavoro e circa due milioni di euro di risparmi dei soci della cooperativa CoopCasa chissà mai quando saranno interamente restituiti. Il presidente Eugenio Zini non fa dichiarazioni, perché nulla è definitivo, ma l'amarezza è nei dati di fatto. Qualcuno, favorito dalle circostanze, ha potuto lavorare e guadagnare, il risultato però, per effetto di una crisi economica che continua spietata, è che alcuni ci rimettono. L’avvenire di un modello di economia sociale L’avvenire di un modello di economia socialeNon è un caso raro, in tempi neri come questi; l'accaduto lascia il segno perché viene colpito un modello economico nato come alternativa al libero mercato più duro e selettivo, eppure naufragato e oltretutto dimenticato. Nessuno parla di Coopcasa, che qualche decennio fa era un fiore all'occhiello della sinistra e produceva utili miliardari in lire. La cooperativa edilizia va in liquidazione, vittima della crisi del mercato immobiliare. Restano invendute diverse villette a schiera, ad esempio a Pieve San Giacomo, in via Verdi. Da quel che si è potuto ricostruire l'investimento è stato fatto pensando che sarebbe stata costruita l'autostrada Cremona-Mantova, con un casello vicino. Nessuna autostrada è stata realizzata nel paese a pochi chilometri da Cremona, raggiungibile da Malagnino o da Vescovato, a lato della via Mantova, gli acquisti di case si sono fermati. Il cantiere di Pieve San Giacomo, aperto per un importo di 585mila euro, non è stato conclusa. Muri e tetto sono stati costruiti, mancano porte e finestre, intonaci, serramenti...

Il cartello Vendesi è visibile a chiunque passi dall'ex statale Paullese: sono solo alcune delle villette costruite da Coopcasa, la cooperativa edilizia sorta nel 1971 e in grado di costruire un migliaio di abitazioni, per avviarsi ormai alla liquidazione. L'informativa è stata data l'altro ieri sera in assemblea, nella sala della cooperazione di via del Sale. La procedura fallimentare è già avviata: cinque dipendenti sono così a un passo dalla perdita del posto di lavoro e circa 70 soci risparmiatori rischiano di non poter più recuperare i soldi investiti con la formula del prestito sociale. Il presidente Eugenio Zini, dalla sede di via Genala, preferisce non fare dichiarazioni, poiché la procedura non è completata. La società che fa parte della Lega cooperative fallisce in un silenzio assordante, pur dopo aver permesso molte famiglie (sono 1.500 i soci) di acquistare la casa a condizioni meno dure, rispetto al libero mercato. Nessuno ha aiutato la cooperativa che pure ha aiutato tanti cremonesi, le istituzioni non si sono pronunciate. Il mercato ha sconfitto la formula sociale, le case costruite a Pieve San Giacomo, Malagnino, Dosimo nel Cremonese come anche Fogarole di Monticelli D'Ongina, in provincia di Piacenza, sono rimaste invendute. Dalla fine del decennio scorso la tendenza si è invertita. Fino ai primi anni Duemila via Genala registrata utili miliardari, poi è iniziato il declino, sino al piano di cessione approvato dall'assemblea, durante la presidenza di Lino Lombardini. Tutto il patrimonio sociale, compresi i trattamenti di fine rapporto dei dipendenti, è quindi congelato: prima bisognerà pagare i creditori. Una crisi stridente, considerato lo scenario dell'emergenza abitativa, che vede l'indice della provincia di Cremona al terzo posto in Lombardia per gravità. Proprio ieri il Comune di Cremona ha pubblicato il documento con cui vengono assegnati sei alloggi a sei nuclei familiari: si tratta di famiglie che non riescono più a pagare l'affitto e che possono cambiare abitazione grazie a un progetto finanziato dalla Regione, con 258mila euro, e sostenuto dai Comuni di Cremona e Crema assieme a soggetti pubblici come Aler, e altre cooperative edilizie.

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