Theo Van Rysselberghe, Woman at the mirror
All'inizio è sempre così, nemmeno ti accorgi che è arrivata la nuova stagione, cambia il calendario astronomico, ma non quello della nostra percezione.Si scivola così nel tempo, giorno dopo giorno. Ed è certo il modo migliore.Odio quei precipizi improvvisi, vento e pioggia che abbassano la temperatura di 10 gradi in poche ore. Oppure, fra primavera e estate, la botta del caldo che ti prostra, inaspettata, un pomeriggio assolato in cui ti accorgi che ombra e riparo non servono a niente.Invece questo lento passare di giorni, la luce più breve, ma appena, un minuto alla volta, ti accompagnano dolcemente verso il tempo che deve venire.La natura probabilmente era così, una volta, prima che la violentassimo e cercassimo di asservirla alle nostre sciocche e suicide esigenze.Le mattine sempre più fresche, un naturale desiderio di rimanere un po' più a lungo sotto le coperte, lasci la giacca leggera in fondo all'armadio, cominci istintivamente a cercare qualcosa di più coprente, pensi con rammarico che dovrai presto abbandonare i sandali.Ti guardi allo specchio, quell'abito bianco comincia a sembrarti ridicolo, fuori posto.E poi, con un breve scarto mentale, pensi che anche la tua vita sta andando in quella direzione. Un giorno dopo l'altro e non è più tempo di neonati, di primi giorni di scuola, di merende e di parchi gioco.È stato tutto molto dolce, naturale, lento. Ma se ti soffermi a pensarci, anche solo per un attimo il pensiero ti morde il cuore.Così come l'addio all'estate che se ne va. Ma quella tornerà, come gli uccelli che nonostante il caldo bellissimo e dorato di questo tardo settembre si adunano sui fili della luce per fare i loro piani di migrazione.Il tempo passato, quello cronologico, invece no. È naturale, ma fa male. Speriamo che anche questo "settembre" sia dolce.