Di Massimo Vaj, entrato nel pieno spirito di questo blog.
Orgoglioso del suo lettore elettronico passeggiava nel parco, costeggiando il laghetto dove starnazzavano una dozzina di papere non alfabetizzate e che, di conseguenza, non potevano apprezzare la magnificenza di un’innovazione tecnologica che faceva a meno della polvere da sparo.Il libro all’interno del supporto digitalizzato si stava facendo intrigante, tanto da farlo sudare dall’eccitazione; spesso i racconti erotici hanno questo inconveniente. Anche le sue mani divennero umide, lasciandosi sfuggire il lettore che cadde a terra, facendo un rumore che frantumò l’illusione di perennità delle nuove tecnologie.
Lui non era uno sprovveduto, e aveva riempito la sua sfiducia nell’elettronica con un formato cartaceo dello stesso libro, tascabile con copertina morbida di carta riciclata. Lo trasse, mentre mollava un calcio alla salma del lettore a terra, dalla tasca posteriore del larghi jeans, e lo aprì alla pagina dove l’altro si era fermato.
Sarà stata la difficoltà di mettere a fuoco la nuova e più morbida visuale stampata, o forse per la distrazione di uno dei suoi occhi che rideva alla vista delle papere che si litigavano un transistor, ma un suo piede non s’avvide di una buca e lo slancio inflitto dalla caduta fece decollare il libro che si tuffò tra le paperelle inorridite.
Lui, sdraiato a terra, non poté evitare di guardare il cielo, nella perdita della speranza di continuare a leggere i gridolini di piacere che i due protagonisti della storia cacciavano. Com’era bello il cielo, e due nuvole che si sormontavano gli ricordarono di tutto, tranne i due amanti che continuavano a godere, sollevando onde di piacere che le papere non apprezzarono.