Hesemann è dal 2008 il rappresentante per la Germania della fondazione “Pave the Way”, nata negli Stati Uniti da parte dell’ebreo Gary Krupp, con lo scopo di promuovere il dialogo tra le religioni e difendere la figura di Pio XII. Krupp ha dichiarato: «Molti hanno criticato Pio XII per essere rimasto in silenzio durante gli arresti del 16 ottobre 1943 e quando i treni lasciarono Roma con 1.007 ebrei mandati al campo di concentramento di Auschwitz, ma nuove scoperte provano che Pio XII agì direttamente dietro le quinte per far terminare gli arresti alle 14.00 dello stesso giorno in cui erano iniziati, e che non riuscì a fermare il treno dal destino tanto crudele». Continua lo studioso ebreo: «La mattina del 16 ottobre 1943 il Papa seppe dell’arresto degli ebrei e inviò immediatamente una protesta ufficiale vaticana all’ambasciatore tedesco, sapendo che non avrebbe avuto esito. Il Pontefice inviò allora suo nipote, il principe Carlo Pacelli, dal vescovo austriaco Alois Hudal, guida della chiesa nazionale tedesca a Roma. Il principe Pacelli disse a Hudal che era stato inviato dal Papa, e che Hudal doveva scrivere una lettera al governatore tedesco di Roma, il generale Stahel, per chiedere di fermare gli arresti».
La lettera venne consegnata a mano al generale Stahel, il quale la mattina dopo rispose: «Ho girato subito la questione alla Gestapo locale e a Himmler personalmente. Himmler ha ordinato che, considerato lo status speciale di Roma, gli arresti siano fermati immediatamente». In un altro documento ritrovato, continua il fondatore di “Pave the Way”, si afferma che il vescovo Hudal riuscì a ottenere che «550 istituzioni e collegi religiosi fossero esentati da ispezioni e visite della polizia militare tedesca. Migliaia di ebrei locali a Roma, Assisi, Loreto e Padova si salvarono grazie a questa dichiarazione», ha detto Krupp, che poi ha aggiunto di nutrire la sincera speranza che i rappresentanti degli studiosi della comunità ebraica romana compiano ulteriori ricerche su questo materiale originale. «Scopriranno che la stessa esistenza oggi di quella che Papa Pio XII chiamava ‘questa vibrante comunità’ è dovuta agli sforzi segreti di questo Papa per salvare ogni vita. Pio XII ha fatto ciò che ha potuto, mentre era sotto la minaccia di invasione, di morte, circondato da forze ostili e con spie infiltrate».