Di Alessandro M.
Eccola, l’Irlanda con la sua forte identità nazionale, il suo orgoglio, le tradizioni imperiture, le radicate credenze religiose… eccola in un libro bello e terribile allo stesso tempo, come il linguaggio a tratti raffinato, sagace, allusivo, o rude ed esplicito. Innumerevoli le citazioni letterarie, palese è il tributo ad Oscar Wilde.
Questa è la storia di una promessa mantenuta, quella tra due ragazzi che un giorno decidono che avrebbero attraversato a nuoto la baia di Dublino per raggiungere una certa isola. Solo lì, lontani da tutto il resto del mondo, potranno amarsi per la prima (e unica) volta.
Immagino che “per un’ora d’amore” si possa anche rischiare la vita; intuisco la bellezza del gesto, il braccio amico che ti cinge il collo mentre ti chiama “amico del mio cuore”.
Quel che questo libro mi conferma è che alla perdita di una persona amata non esiste alcuna consolazione: quando il dolore è radicato nel profondo del cuore è difficile da raschiare via…
Perché questo libro parla anche della Grande Guerra ed il finale è atroce, qualcosa che non si può sopportare. E penso che quest’immagine resterà scolpita nella mia mente per un bel po’, immobile come un fotogramma: da un lato due braccia aperte, pronte ad accogliere, dall’altro un corpo proteso in avanti che cerca di raggiungerle, sospeso, un attimo prima di stramazzare a terra.
Due ragazzi, Dublino, il mare, di Jamie O’Neill
(ed. Rizzoli, 2003, pp. 648, ISBN 9788817872102)
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