di Alessandro M.
Con un titolo così e una copertina del genere avrebbe potuto benissimo essere un porno, ma prima di leggerlo pensavo “Ma no, ci sarà sicuramente un significato profondo, filosofico”. Tuttavia, con ciò non pensavo certo che sarebbe stato chiamato in causa Spinoza in ogni frase, anche e soprattutto a sproposito.
Questo è un libro irritante, troppo politico (l’omosessualità a mio avviso NON è una scelta politica e, comunque, non è affatto una scelta), e perfino pedante e noioso. Potrei giustificarne il titolo se i personaggi maschili avessero davvero una parte migliore, ma purtroppo non è così. Se gli uomini fossero davvero tutti come in questo libro sarebbero ottusi, arrivisti, insulsi, egocentrici, di quella specie peggiore che si approfitta di te e poi ti getta via… se dovessimo credere questo, allora era giusto pensare che la parte migliore degli uomini sia proprio “quella”, nel senso più malizioso possibile.
Ciò che ci fa apparire tutti questi personaggi detestabili, inoltre, è un inutile personaggio femminile, una giornalista fallita, sfigata, relegata al ruolo di amante da un suo ex-professore (ma solo per una decina d’anni, eh!). Questo splendido esemplare di masochismo e ottusità ci parla dei suoi uomini (suoi, che illusa!) raccontando le loro storie dall’esterno e ammettendo ella stessa che di queste storie ne conosce solo una parte oppure che di alcune cose non ne sa più di tanto.
La narrazione pertanto si sposta da un personaggio all’altro senza dirci molto di più rispetto alle pagine precedenti e caricando il nostro disappunto, lasciandoci dell’idea che tutto sommato non fosse coinvolta e partecipe più di tanto.
Anche la spiegazione finale del titolo si rivela insoddisfacente e lacunosa, pertanto stavolta rimaniamo dell’idea precedente: forse gli uomini non hanno una parte migliore, oppure è esclusivamente “quella”.
Ma se mi chiedessero invece qual è la parte migliore di questo libro, beh quella onestamente non l’ho proprio trovata.
La parte migliore degli uomini, di Tristan Garcia
(ed. Guanda, 2011, pp. 308, ISBN 9788860885494)
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Ho chiesto ad Alessandro di condividere con me e con i lettori del blog ciò che leggerà durante l’estate, questi sono i suoi “propositi”.
Se dovessi pensare a un libro che ho già in casa in attesa di essere letto, sicuramente leggerò quest’estate L’inverno del nostro scontento di John Steinbeck e magari Delitto e castigo di Fedor Dostoevskij. Senza un motivo particolare, io di questi autori leggerei ogni cosa!