In una lettera a Beppe Grillo del febbraio 2006, Marco Pannella esaltava la politica cinese del “figlio unico”, dove alle donne in gravidanza del secondo figlio viene praticato l’aborto forzato, con tanto di multa e carcere: «Se il nazicomunismo cinese non avesse stabilito da generazioni di nazisticamente impedire la natalità, sterminando con la forza dello Stato feti e neonati, e genitori “colpevoli”, a che punto di già non saremmo?», si è domandato il leader dei radicali. «Se non imbocchiamo subito la strada di un “rientro dolce” della popolazione del pianeta da 6 miliardi di persone più o meno alla metà nell’arco di 4 o 5 generazioni, di un secolo, continueremo ad esser travolti dallo tsumani natalista». Si è poi lamentato che nei programmi elettorali in Italia si parli solo di “famiglia”, invitando alla «riproduzione continua», sostenendo che «la “bomba demografica” deflagra da più di un secolo e sul suo cammino distrugge tutto: natura, umanità, pianeta, appesta il mondo e i suoi dintorni». Ha quindi concluso: «Io sono pronto, da tempo a dare una mano, e di più. Dai tempi del Club di Roma, quando proponemmo Aurelio Peccei (e chi sarà mai?) a Presidente del Consiglio…».
Un vero concentrato di pura follia, dove si inneggia alla bufala della “bomba demografica”, la stessa che uno dei maggiori esperti mondiali in campo demografico, Nicholas Eberstadt, definisce «un abbaglio», invitando a contrastare il declino demografico, «se vogliamo che tra 25 anni il mondo sia più umano di quello in cui viviamo oggi» (N. Eberstadt, “Liberiamo le cicogne”, Global FP numero 8 , aprile 2001, pp. 6-12). Proprio l’anno scorso Alessandro Rosina, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Statistica e del Consiglio scientifico della Società Italiana di Demografia Storica, ha affermato che «la bomba demografica risulta oramai ampiamente disinnescata». Sempre nel 2011 l’economista Dermot Grenham, della London School of Economics ha esultato per la nascita del quarto figlio del calciatore Beckham: «una buona notizia per l’economia e per il futuro del pianeta!». Nella lettera Pannella ha ricordato di aver proposto la candidatura di Peccei a Presidente del Consiglio (oltre ad aver fatto eleggere condannati vari, pornostar e gente che ha visto il parlamento una sola volta, sufficiente però a garantirgli una pensione mensile da 3000 euro), lo stesso che parlava di «proliferazione cancerosa» di uomini che continuano a «vivere sul pianeta come vermi sulla carogna» (A. Peccei, Cento pagine per l’avvenire, Mondadori, 1981). Qui un dossier sulla bufala della bomba demografica.
In questi giorni è intervenuto anche Tyler Cowen, professore di economia alla George Mason University, uno degli economisti più influenti degli ultimi 10 anni secondo “l’Economist”, il quale -parlando del nostro Paese-, ha spiegato che «l’euro non è certo il problema principale dell’ Italia». E qual è allora? «Il tasso di natalità, che in Italia è dell’ 1,3%. Se l’ Italia facesse più figli, le sue prospettive economiche sarebbero migliori. Invece un Paese con una popolazione in declino alla fine non potrà ripagare i suoi debiti». D’altra parte, è quanto ha auspicato nel 2007 anche la Social Security Administration (SSA) per gli Stati Uniti, constatando che a causa della diminuzione di popolazione, il tasso di crescita dell’economia ricavata dal totale dei beni e servizi prodotti, sarà più lento. Nel 2008, la Banca Mondiale ha affermato che «l’urbanizzazione contribuisce alla crescita economica che è fondamentale per la riduzione della povertà». Essa, «ha svolto un ruolo importante nella riduzione della povertà, fornendo nuove opportunità per i migranti. L’economia urbana fornisce opportunità per molti ed è la base per la crescita e la creazione dell’occupazione».