Nella crisi che sta attraversando l’editoria i diversi soggetti coinvolti trovano tavoli a cui sedersi ed interlocutori con i quali trattare, negoziare possibili soluzioni. Che si tratti di giornalisti o di editori gli interessi della categoria rappresentata sono portati avanti.
Nell’affannosa ricerca di un’ancora di salvezza si perseguono molto spesso interessi che sono specifici di questa o quella categoria senza che vi sia una visione d’assieme di implicazioni e soluzioni organiche. Testimonianza concreta di ciò è rappresentato dal sostanziale silenzio, dopo tentativi inqualificabili, sotto il quale sono passate le raccomandazioni emerse dal documento redatto dall’antitrust quasi un anno fa e rimasto, ad oggi, lettera morta.
I giornalai mal rappresentati, stretti nella morsa del “si salvi chi può”, sono in una condizione di sofferenza sia economico-finanziaria che psicologica. Condizione che passa sotto il silenzio generale da tempo anche per l’incapacità [o peggio] degli organismi delegati a rappresentarli la cui inadeguatezza ha dato vita a gruppi di protesta virtuale ed ora ad un nascente “sindacato padano” con la Lega pronta a cavalcare lo scontento che serpeggia da lungo tempo.
In oltre venti anni di lavoro ho avuto l’opportunità di conoscere molti settori e mercati ed ovviamente anche i relativi canali di sbocco commerciale o distributivo, quel che avviene nel canale edicole non ha uguali e non può continuare oltre con le modalità praticate sin ora, né per quella frangia qualificata dell’editoria né tanto meno per chi gestisce una rivendita, un’edicola.
Al momento della redazione di questo articolo una proposta, della quale avevo parlato in questi spazi tempo fa, ha registrato 38 preferenze [“likes”] e ben 293 commenti spingendomi a tentare di dare organizzazione e concretezza all’insieme di temi.
Nella maggior sintesi possibile, per punti, schematizzando.
1) Sviluppo Aree & Logiche di Business per il Canale Edicole:
- Differenziazione tra negozi “misti” [promisqui] che rappresentano già il 50% del totale ed esclusivi, in termini di offerta, livelli compenso, premi, assortimento.
- Creazione di circuiti di comunicazione nazionali, regionali e provinciali che affittino spazi di comunicazione in vetrina e sul banco delle edicole.
- Rinegoziazione degli attuali margini sui servizi accessori offerti a partire dalle ricariche telefoniche i cui costi dell’abolizione del fee a carico del consumatore sono stati ribaltati esclusivamente sulle rivendite.
- Qualificazione del canale attraverso l’offerta esclusiva di prodotti nell’ ambito editoriale seppure in maniera allargata [libri, musica....etc.]
- Introduzione di servizi integrativi esclusivi coerenti con la mission di servizio pubblico del canale [biglietterie treni, concerti, bus lunga percorrenza...etc.
Introduzione di servizi coerenti con la mission istituzionale del canale quali quelli di “print on demand” con articolazione dell'offerta dalla stampa del quotidiano personalizzato a altri collaterali legati alla carta stampata nel suo complesso.
2) Sviluppo di Canale & Comunicazione della Filiera Editoriale:
- Contributi sino ad un massimale di 2000 euro per punto vendita/ragione sociale per l’informatizzazione della rete di edicole. Contributo statale del 70% a fondo perduto e dal 10 al 15% a carico degli editori in ragione del volume d’affari del singolo punto vendita.
- Censimento e stratificazione dei circa 35mila punti vendita al dettaglio che coprono il territorio nazionale, affinché per ciascuna realtà possano essere adottate le logiche di fornitura e distribuzione realmente adeguate alle esigenze.
- Introduzione di incontri mensili a livello provinciale tra giornalai, distributore locale e un editore a rotazione.
- Creazione di un osservatorio permanente su il futuro dell’edicola e l’edicola del futuro composto da rappresentanti di tutta la filiera [inclusi giornalisti e concessionarie pubblicità] che con cadenza semestrale si confrontino, aggiornino e lavorino congiuntamente sul tema.
- Creazione di campagne di comunicazione promo pubblicitaria che abbiano l’obiettivo di valorizzare la funzione delle edicole in virtù della loro considerazione di servizio pubblico, la loro capillarità in termini di presenza sul territorio ed ancora il servizio offerto con orari di apertura spesso vicini alle 24h/die.
3) Le Regole del Gioco:
- Abrogazione della parità di trattamento ed introduzione di un fee [quotidiani esclusi] per l’introduzione di nuovi prodotti editoriali nel canale edicole.
- Tagli prezzo a carico dell’editore e non del canale di vendita con riconoscimento di una compensazione rispetto al margine in valore assoluto consueto in caso di operazione di cut price o abbinamento riviste [banded].
- Penali in caso di inserimento coupon per abbonamenti nei quali lo sconto offerto superi il valore riconosciuto al trade [distributori+edicole]
- Riconoscimento di un fee per inserimento campioni di prodotto nelle riviste settimanali e mensili.
- Revisione dei criteri di definizione di cosa sia prodotto editoriale e relative autorizzazioni.
- Ripristino del contratto estimatorio tra edicolanti ed editori
- Penali ai distributori locali, che gestiscono le zone di competenza come feudi barocchi, che non effettuino forniture adeguate sulla base dello storico delle vendite del singolo cliente [edicola]
- Riconoscimento di un fee per il lavoro di inserimento di allegati svolto dall’edicolante
Diceva l’indimenticabile De Curtis in una delle sue celebri battute “dove dobbiamo andare per per dove dobbiamo andare?” Ho cercato di osservare la situazione da più di una prospettiva tentando di comprendere nei temi proposti una visione che sia funzionale ed interessante non solo per questa o quella categoria, convinto che un sistema si [ri]costruisca solo facendo sistema, includendo e considerando interessi di tutti gli attori coinvolti.
Credo che sia importante disintermediare l’intermediazione, fare rete per dare voce, corpo e sostanza a questi concetti e a tutti quelli che è possibile aggiungere. Anche per riuscire ad ottenere il giusto risalto mediatico credo sia importante sancire un primo momento del percorso in cui ritrovarsi, discutere, programmare e ripartire le attività nate dalle proposte condivise. Con questo obiettivo, vorrei organizzare un barcamp, in concomitanza con eventi legati al mondo dell’informazione quale [per citare il più vicino temporalmente] il Festival Internazionale di inizio ottobre.
Chi vuole collavorare e collaborare a questa ipotesi metta, cortesemente, “un dito qui sotto” nei commenti. Grazie.