Si vola in autostrada dopo le allucinazioni dell'ultima notte, lontano da Milano, lontano dalle luci dei locali affollati di corpi in cerca del seduzione, di volti sbiaditi dimenticati dopo pochi attimi, di voci vicine e lontane che sono rumore, chiacchiere che ruotano intorno a noi e si disperdono vacue sul cielo scuro che inghiotte i grattacieli della metropoli, guardiani immobili della città che non dorme mai.
Veloce lungo la strada che porta a casa, col pedale che spinge frenetico sull'asfalto bagnato, ascolto la voce stridula del menestrello cantare di un "Uragano"che un tempo avrebbe potuto essere il campione del mondo, mentre i distributori di benzina sfilano anonimi lungo la strada evocando storie americane di frenetiche corse in macchina sull'asfalto delle highway desolate, di moderni cowboy disperati in cerca della dea bendata in un saloon da quattro soldi, di spazi sconfinati dove lasciare il segno del proprio passaggio.
Nello specchietto retrovisore posso vedere le lacrime e il sangue della mia città, gli occhi umidi e ingannevoli di una promessa evaporata nel silenzio di questa lunga notte, un' idea in frantumi dopo una lotta convulsa sullo sfondo di un' inquietudine mai doma.
Davanti a me la lunga strada verso sud si apre alle timide luci dell'alba, mentre i giorni di gloria invadono con estasi festosa e roboante la radio mai doma che urla la voce del Boss in tutta la pianura padana.
Tempo di esplorare nuove terre, di irridere il tempo e volare deciso dentro la foschia invernale che risucchia tutto dentro il suo manto grigio.
Il Blogger torna a casa, tra i banconi lucidi e incasinati del suo Bar, tra le mille bottiglie di vino in attesa dell'orgasmo enoico, tra le mappe del suo mondo cosi inquieto ma senza confini certi...
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