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L'Educatore che usa il metodo autobiografico
di Girolamo Monaco
Considero lo spazio di questo blog come il diario della mia vita professionale, il mio modo di stare dentro il carcere, strumento per riflettere e comunicare, l'occasione che ogni giorno mi prendo per lasciare piccole tracce di questo mio lavoro nascosto e lanciare deboli segnali sugli impegni che ancora mi chiamano.
Non ho mai pensato il mio lavoro in carcere come un'esperienza chiusa e finita, come il luogo dove passo gran parte della mia giornata; ho creduto invece (e ci credo ancora) al dovere civico della parola che offre occasione di contatto con la vita e si inventa strumenti di apertura e speranza.
Non ho altro da fare che raccontare quello che le persone mi rivelano per agire un cambiamento possibile.