Queste parole sono state pronunciate da Max Gazzè alle ore 16.23 di questo pomeriggio, durante il consiglio di classe straordinario che precedeva lo scrutinio dei Merry Men. La ‘povna non ha voglia (perché le fatica e le incazzature sono state troppe) di ripercorrere le tappe che hanno portato alla sovrapposizione di questi due (teoricamente separati) eventi. Basti dire che il consiglio si era reso necessario per una nota collettiva messa dallo stesso Max Gazzè durante la lezione di scienze, gestita come al solito ad minchiam (leggi: non facendo una beata [scilicet]), che aveva poi determinato la decisione del vicepreside di fare un consiglio di classe straordinario non tanto (o non solo) per i reprobi, ma soprattutto per dire due paroline su come si fa didattica al fancazzista professore. Max Gazzè – che (la ‘povna lo ammette) è un professionista – si era fatto cogliere per due volte da una cacarella fulminate proprio nel giorno del consiglio; ma il piùcheretto ci si era intestardito di punta: “Vi dovete riunire quando c’è anche lui, e cantargliele chiare, se no non serve a niente”. E così, di rinvio in rinvio, si era arrivati a martedì. Durante la riunione, in modo soave (la collega di Snape), ma eloquente (la ‘povna) e con il consenso tacito di tutti, gli è stato fatto notare che così non ci si comporta. E quello, guardandoli con la consueta supponenza, e costretto ad autoammettere la sua nullafacenza, prima ha sbroccato, minatorio, sibilando: “Tutto questo è ridicolo; adesso vado dalla preside, a lamentarmi ufficialmente”; per poi rispondere a una ‘povna furente (“Forse dovremmo ricordarci tutti che la nota ha nessun significato, se non è fatta seguire da altri atti educativi e da un dialogo con gli studenti e le famiglie”) con la frase ricordata nel titolo, e infine chiosare, arrogante: “Succedono cose, io le racconto al consiglio; e voi prendete atto. Tutto qui”.
Sono rimasti tutti allibiti, a guardare lui che usciva dalla classe, con aria di chi ha vinto chissà quale battaglia. Ma la ‘povna (che è amareggiata, e sente che tra poco farà qualcosa di molto male, nei suoi confronti) non ha avuto tempo di pensarci più di tanto. Perché a quel punto si è chiuso lo straordinario e si è aperto lo scrutinio; e tutti si sono dovuti concentrare sul grande tabellone.
Per come erano partite le premesse – è questa la chiosa che ha ricavato con Mafalda (in una lunga telefonata postuma) – è andato anche molto bene. Vuoi perché hanno dato davvero dei buoni voti di condotta, vuoi perché Pluto ha fatto un grande lavoro di informatica, vuoi perché alcune di loro si sono divertite, riflettendo e chiacchierando, vuoi perché, visto che nessuno se ne occupava più di tanto, la ‘povna ha colto l’occasione di scrivere nel verbale della classe un lungo e bel discorso pieno di cittadinanza e amore.
Detto questo, l’osservatore imparziale non può evitare di riportare agli atti anche alcuni episodi quanto meno bizzarri. Ma la ‘povna – che ancora deve lavarsi i capelli – decide di cavarsela alla Vieni via con me, in forma di elenco (ché certe volte, peraltro, non sono necessarie parole a commentare).
Durante il consiglio dei Merry Men, dunque, oltre a quanto già registrato e scritto, sono avvenute le cose seguenti:
- Inaffidabile, collega di Woodstock (e probabilmente qualche altro) avevano evitato di trascrivere i voti in anticipo (come in tutte le classi): e dunque, mentre aspettavano i loro comodi, casella per casella, la ‘povna e i suoi colleghi sono restati lì con calma, a far la lana;
- collega di Woodstock (sempre lui, quello che ha definito i Pesci “mongoloidi”) ha chiesto a gran voce che fosse dato a Weber un 5 in condotta; è stato zittito con motivazioni ovvie, ma grande è stata la sorpresa della ‘povna nel rendersi conto, riguardando a casa con calma le pagelle, che proprio lui aveva dato uno dei pochi 8 in quella classe proprio allo stesso Weber;
- Piùcheretta Tecnologica – nota per il suo connaturato buonismo – ha insistito a gran voce perché la ‘povna portasse a 5 netto la mezza insufficienza di Mr Mao (L2 di partenza, media del 9 ovunque) a italiano (“Ma non potresti fare la severa coi voti tuoi, una volta tanto?” – si è domandata a mezza voce la ‘povna, senza però farsi sentire);
- Max Gazzè è rimasto presente agli scrutini in maniera alternata e assai incostante, alzandosi spesso per sgranchirsi e andare ovunque (salvo poi essere ben presente per rispondere con un’aria da: “mi stai chiedendo di mangiare della bava di rospo” a Mafalda che gli offriva una mentina;
- in compenso a un certo punto si è materializzata in aula la collega Pane&Maionese (insegnante di altre classi). “Toh! Che ci fai qui?” – chiede la ‘povna. “Non sapevo dove andare, ho tanto freddo” – risponde lei con aria avvilita, ma sognante – “almeno qui c’è un po’ di effetto stalla che mi scalda il cuore”.
E via così, mancava solo la Mosca. E la ‘povna avrebbe da aggiungere molte e variegate considerazioni didattiche. Ma le ha già dette. E questa gente la deve rivedere venerdì coi Pesci. E poi (appunto) i capelli (e domani la aspetta pure Corto). E allora si scuote di dosso quell’amarezza che è sua, ma per la scuola di tutti. Si inchina mesta. Saluta. E se ne va.