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L’eleganza maschile

Creato il 30 marzo 2015 da Zaira Sessa @zairasessa

Bei tempi quando l’uomo elegante si riconosceva dal bottone! Voi cosa ne pensate?

Oggi vi racconto di questo accessorio, ma non solo, vi racconto anche di persone e ma soprattutto di artigiani, che con il loro lavoro rendono onore all’arte di bottega!

Al Circolo dei Lettori si è tenuta recentemente una delle conferenze più interessanti del programma di quest’anno.

Presenti in cattedra per parlare di “Eleganza Maschile” Michele Mascia, prestigioso sarto torinese ed il suo promettente allievo Jacopo Nesta, l’ Avv. Simona Caló, esperta di deposito brevetti e marchi, la Cont.ssa Consolata Pralormo, Mario Bonfanti, fondatore dello storico bottonifico torinese, ed infine, l’Arch.tto Domenico De Rosa

Vi riporto qualche annedoto citando Mario Bonfanti: Storicamente il bottone “gioiello”, non era solo una prerogativa femminile, nel 1600 i preziosissimi “Pins” reali venivano spesso rimossi dalle vesti per essere portati perfino a testamento, ma difatti, il vero bottone, come lo intendiamo oggi, nacque con l’asola assieme alle giacche militari nel periodo elisabettiano.

I primi bottoni erano di metallo inciso e solo in seguito vennero creati anche con materiali nobili. Curiosità è come dall’uso militaresco divennero usuali nelle maniche delle giacche maschili, per evitare che i gentiluomini del tempo, usassero la parte di questo indumento, per pulirsi il naso.
Purtroppo alcuni materiali in uso per ricrearli non esistono più, come la preziosissima madreperla grigio taiti, attualmente sostituita con la madreperla “mai-ti” decisamente piú sottile o l’uso di poliestere.
Fu Armani che riporto nel dopoguerra, l’uso del bottone nel termine di accessorio di moda, inventando il famoso “corozo” un bottone costruito con tecniche artigianali particolari che consentono di lavorare le noci di cocco e renderle plasmabili.
Il bottone oggi, è un accessorio che si sta rivalutando e può davvero fare la differenza! L’importanza di avere un capo realizzato sartorialmente nasce oggi più che mai da una esigenza collettiva del non spreco, di possedere un abito senza tempo, caratterizzato nei particolari,e che non subisca il divenire delle mode!

Un bottone può rinfrescare il look di una giacca che magari ci ha annoiato! Siamo nell’epoca del riuso intelliggente, aspetto che probabilmente è stato sottovalutato, ma che è in forte crescita.

Detto questo, non mancherò di andare a visitare il Bottonificio Bonfanti, esperienza che consiglio anche a voi tutti!

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Mr.Mararo/Pitti 2015

Conosciamo le innumerevoli iniziative della Contessa Consolata Pralormo (se vi siete persi il post su Messer Tulipano leggete qui) ma di una in particolare ne ignoravo l’esistenza.

Recentemente, la sig.ra Pralormo, ha istituito una Banca dati tessile, primo archivio creato in collaborazione al Politecnico di Torino, con 40.000 tessuti originali, a sfondo sociale, e che sara consultabile prossimamente sul sito http://universodesign.it/site/
Mettere in risalto il passato e la nostra storia, dare risalto all’artigianalità, ed aggiungo un ulteriore elemento che diventa oggi quasi essenziale, creare un progetto sociale.

In questa occasione, non si è solo parlato di “Eleganza Maschile” ma si sono raccontate storie di uomini, che, con il loro talento hanno innalzato l’eccellenza Made in Italy nel mondo, che hanno creato un patrimonio storico artistico e culturale di assoluto valore e che non dovrebbe andare perduto o dimenticato. Mai come in questo periodo storico si sente l’esigenza di tutelare il “segno distintivo” di un artista e di trasmettere il retaggio storico ai posteri

La frase più bella è stata detta dal giovane sarto quale è Jacopo Nesta

un giorno decisi di andare a bottega

Una decisione coraggiosa e intelligente, aggiungo io, perché noi uomini, possediamo un patrimonio enorme, quello dei nostri padri, e rischia di andar perduto, per sempre.

Grazie a #cna #federmoda di Torino, Alessio Stefanoni,  Consolata Pralormo e Mario Bonfanti.
Nella foto: Michele Mescia, Jacopo Nesta, Domenico De Rosa, Alessio Stefanoni, Simona Caló

A presto,

Zaira


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