Appuntamento settimanale di “In Media Stat Virus: Il Mondo dei Media nell’Era di Twitter” con una puntata dedicata al fatto mediatico della settimana per quanto riguarda il nostro Paese: l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Tema che abbiamo affrontato cercando di analizzare quale sia stato il trattamento informativo da parte dei media sia internazionali che nazionali.
L’analisi delle prime pagine dei principali quotidiani internazionali [di]mostra come il ruolo del Presidente della Repubblica sia di secondo piano politicamente ed infatti nessun giornale dell’emisfero gli dedica neppure un trafiletto in prima pagina.
Grandissima invece l’attenzione da parte dei media di casa nostra con le televisioni in primo piano a cominciare dalla maratona elettorale de LA7 dedicata in larga parte a ipotesi delle ipotesi, congetture delle congetture, per i primi tre scrutini. 28 ore di trasmissione basate sulla lettura del significato delle schede bianche. La diretta del nulla, il vuoto informativo più assoluto.
In generale il trattamento informativo segue lo schema applicato durante le dimissioni di Napolitano. Se per l’ex Presidente la sfilza di dettagli sul ritorno a casa ed il suo macellaio di fiducia non erano bastati, adesso sappiamo tutto del barbiere di Mattarella, della sua Panda e sul suo presenzialismo a tutte le riunioni di condominio. I media cercano di creare “L’effetto Bergoglio”, di umanizzare [pour cause] i volti della politica, ma virano decisamente verso l’approccio alla Barbara D’Urso con buona pace del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti che dopo essersi scagliato contro quest’ultima adesso tace consenziente.
Fortunatamente riesce a strapparci un sorriso meno amaro la prima pagina de “L’Osservatore d’Italia” uscendo decisamente dagli schemi.
Scarso il riscontro, e l’interesse, sui social per l’elezione di Mattarella con i quattro hashtag [#Quirinale2015, #Mattarella, #maratonaqurinale e #mattarellaPresidente] che complessivamente realizzano solamente 301mila conversazioni ed un numero non trascurabile di “fessacchiotti”, circa 20mila, — incluse alcune testate — che segue e dialoga con l’account fake del neo Presidente.
Non va molto meglio per i giornali online che tengono la notizia in testa ai loro siti web per giorni interi senza suscitare alcun interesse da parte dei lettori, delle persone, come dimostrano i dati Audiweb, piatti, per alcune delle principali testate. Un chiaro segnale della distanza tra politici, media e persone.
Nel podcast sottostante, come d’abitudine, è possibile riascoltare e, volendo, scaricare l’intera puntata intervallata da musica scelta ad hoc, in tema.
“In Media Stat Virus: I Media nell’era di Twitter” continuerà la programmazione sino a giugno e sono assolutamente graditi suggerimenti sui temi da affrontare da qui ad allora. È possibile interagire, anche, via Twitter utilizzando l’hashtag #imsv14 e/o menzionando i due account @pedroelrey / @radiofujiko.