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L'elogio della Carne: da Rembrandt a Soutine e Bacon

Creato il 24 settembre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
L'elogio della Carne: da Rembrandt a Soutine e Bacon Nell'immagine: Rembrandt: Bue Macellato, 1655       La presenza di animali morti e macellati è abbastanza frequente nella pittura, contestualizzata però nelle scene di cucina, oppure, come nell'immagine riportata sotto, nell'ambientazione "umanizzata" del "Negozio del macellaio" di Annibale Caracci del 1580. Il soggetto subisce una diversa interpretazione nella celebre opera di Rembrandt Van Rijn "Bue Macellato" nel 1655, dove la carcassa dell'animale è la protagonista, mentre la figura umana è ridotta a un rango del tutto secondario.  Nella tela di Rembrandt infatti si intravede appena sullo sfondo una figura di donna che si affaccia sulla porta, ma è chiara l'intenzione dell'artista di mettere in primo piano la carne e il sangue, applicando una intepretazione cruda e realistica. Un forte contrasto, come si può osservare, con l'interpretazione del Caracci, dove è chiaramente l'uomo sotto la luce del messaggio dell'artista, all'interno di uno dei suoi ambienti sociali, in questo caso uno dei più umili e bistrattati.  Già nel 1563 Joachim Beuckelaer aveva reso protagonista la carne con il suo "Bue squartato", ma è con l'opera di Rembrandt che il soggetto assume forma e anima universale, la carne diventa arte con un percorso che, come vedremo, sarà ripreso e reinterpretato da diversi pittori moderni.

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