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L’embolizzazione dell’arteria prostatica (PAE) per il trattamento dell’IPB
Creato il 03 giugno 2013 da Laprostata @espriweb
L’embolizzazione dell’arteria prostatica (PAE) permette di trattare l’ingrossamento della prostata o iperplasia prostatica benigna (IPB). Questo trattamento minimamente invasivo ridimensiona la prostata riducendo il flusso sanguigno che lo attraversa. Ciò comporta una significativa attenuazione dei sintomi e spesso consente agli uomini di evitare l’intervento chirurgico. Secondo i promotori di questa nuova tecnica, PAE ridona alla prostata una seconda giovinezza. Le cure farmacologiche spesso non sono sufficienti e la chirurgia, anche se di aiuto, comporta dei rischi e dei gravi effetti collaterali, come l’impotenza e la perdita di urina. PAE, invece, è un’alternativa minimamente invasiva a basso rischio che riduce i sintomi nella maggior parte dei casi. In uno studio condotto su 14 pazienti sottoposti a PAE, 13 (il 92%) hanno notato una significativa riduzione dei sintomi dopo un mese dall’intervento. Inoltre, nessuno dei partecipanti ha presentato gravi effetti collaterali, come l’impotenza, le infezioni o la perdita di urina, e la maggior parte di loro è andata a casa lo stesso giorno del trattamento. Poiché questa tecnica non comporta il posizionamento di un catetere o di un dispositivo nel pene, non vi è alcun rischio di restringimento dell’uretra, di incontinenza o di sanguinamento. Ulteriori studi verranno ora condotti per verificare la sicurezza e l’efficacia clinica di PAE, dopo di che i pazienti sottoposti a questo trattamento saranno monitorati per altri due anni al fine di valutare i risultati a lungo termine.
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