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L’Emilia Romagna cancella la Tibre, Vacchelli e Balotta insistono: decadenza della Cremona-Mantova

Creato il 27 settembre 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

A questo punto Cesare Vacchelli del Comitato no autostrade (e sì ferrovie) chiede la decadenza della concessione dell'autostrada Cremona Mantova. Infatti la Tibre non verrà completata: la giunta Bonaccini (Pd) della Regione Emilia-Romagna (e si noti il ricorrere del trattino, tipico fenomeno semiologico-politico) ha deciso di non inserire il completamento della Tirreno Brennero fra le infrastrutture strategiche da proporre al Governo, bensì di programmare il trasporto merci su ferrovia, come indicato dall'Unione europea. La colata d'asfalto non cola più e si risparmiano 10 miliardi di euro, tenendo in vita terreni coltivabili realmente strategici, come chiedono undici Comuni e circa 50 associazioni, fra Parmense e Cremonese-Casalasco. L'orientamento della Regione Emilia-Romagna è decisivo, perché alla Tirreno Brennero manca il tratto Parma-Verona, per collegarsi all'A22: il punto decisionale è quindi la giunta Bonaccini, ma non solo. Il costruttore della Parma-Verona sarebbe stato Autocisa, di proprietà del gruppo Gavio, il quale non ha ottenuto la proroga delle concessioni fino al 2043 come desiderava, ma soltanto fino al 2025. Stanno cambiando le condizioni di possibilità per la costruzione e la gestione delle autostrade, in uno scenario europeo che impone norme uguali per tutti gli Stati membri. Alla scadenza della proroga va indetta la gara: assegnata la gestione, lo Stato incasserà un canone annuo. E gli aiuti di Stato alle imprese sono sanzionati.

Restano ancora i progetti: dato che la Tibre, da quarant'anni considerata "strategica" non si costruisce, gli ambientalisti non vedono quale flusso di traffico possa ricevere l'eventuale Cremona-Mantova, che per un tratto di una decina di chilometri coinciderebbe con la Tibre. Il tavolo di lavoro richiesto dal consiglio regionale lombardo si è riunito in questi giorni, in assenza però del concessionario Stradivaria, società controllata da Centropadane, controllata a sua volta dal gruppo Gavio. I 5 stelle si oppongono alla costruzione dell'opera, richiesta invece dal centrodestra. Il Pd lombardo ha chiesto di verificare costi e benefici, e flussi di traffico. Ora Cesare Vacchelli sostiene che "il presidente dell'Emilia Romagna, Bonaccini, ha dato al ministro Delrio un'idea: cancellare la Tibre. Anche la Regione Lombarda a questo punto può cancellare la concessione della Cremona-Mantova".

Il ministro alle infrastrutture non ha aumentato il numero di grandi opere: 25, meno di quante se ne prevedessero ai tempi della Legge Obiettivo dell'era Berlusconi. In casi come questi la politica ha l'occasione di dar segno della propria capacità di cambiare e di scegliere di investire sul trasporto ferroviario, sia di merci che di persone, e non più sulle autostrade, ben più costose, impattanti e onerose. Anche Dario Balotta, di Legambiente Lombardia, chiede alla Regione di modificare i piani: "Se la Regione Emilia Romagna ha cancellato il Tibre (autostrada Parma Verona) anche la Lombardia può cancellare l'inutile e costosa autostrada Cremona e Mantova - sostiene Balotta, mentre si può ricordare che il costo della Cremona-Mantova è salito del 43% a oltre un miliardo, per poi scendere dopo le proteste a un aumento del 22% -. Sono queste le richieste, continua Dario Balotta, che i due Comuni di Cremona e Mantova dovrebbero fare alla Regione Lombardia. Il presidente Roberto Maroni dovrebbe prendere atto che la priorità per una regione moderna come la Lombardia è il trasporto pubblico e che andrebbero portati ai livelli europei i servizi di trasporto locale ferroviario e degli autobus".

Associazioni e comitati riescono a intervenire ancora una volta con rapidità e tempestività, poiché lavorano per raggiungere obiettivi determinati in un settore specifico. La decisione dell'Emilia-Romagna ha dato una svolta, non però definitiva: che cosa ne seguirà in Lombardia, dopo tante discussioni e dichiarazioni? Della Cremona-Mantova si discute da troppi anni, basandosi ancora su flussi di traffico del 2003.

nel video tre degli incontri pubblici del comitato No autostrade Sì ferrovie: a Gussola, Cremona e Vescovato


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