Non so perché ma mi viene l’ispirazione a scrivere ogniqualvolta penso alla mia giovinezza.
Giovinezza giovinezza primavera di bellezza…no, non sono così anziano.
Questa mi è scappata, come al solito.
Forse perché è il periodo che ognuno di noi ricorda con più piacere.
Qualsiasi cosa si trasformava in un gioco meraviglioso.
Trovavi un sasso per la strada polverosa?
Subito diventava un pianeta sconosciuto abitato da esseri microscopici.
Nel giardino di casa crescevano delle erbacce?
Subito se ne raccoglieva una gran quantità, si disponeva tutto in bella mostra e si iniziava a servire i clienti del nostro nuovo negozio di verdure.
L’immaginazione!!!
Una tra le cose più belle e potenti.
E forse è proprio la scomparsa di essa la cosa che segna l’inizio della fase adolescenziale di un individuo.
Fase molto tribolata vero? Ci siamo passati tutti.
Ma torniamo all’immaginazione.
Vi ricordate Sandokan, lo sceneggiato di mamma Rai con Kabir Bedi (Sandokan) e Philippe Leroy (il fidato Yanez)?
All’epoca rimanemmo tutti folgorati.
Kabir Bedi divenne un vero e proprio divo, osannato dalle folle nelle rare occasioni che faceva capolino in Italia.
Tutti i bambini avevano plichi di figurine Panini dell’omonima serie e tutti i maschietti erano innamorati della Perla di Labuan, interpretata nello sceneggiato rai da Carole Andrè!
Com’era bella. Quanti sospiri!!!
Durante la proiezione televisiva tutti noi diventavamo Sandokan, immedesimandoci nell’eroico pirata che combatteva per la libertà del suo popolo contro gli oppressori.
Mitica la scena dell’uccisione della tigre.
Penso di averla sognata per una decine di notti consecutive!!!
L’autore di Sandokan è Emilio Salgari.
Un autore straordinariamente prolifico.
Pensate che scrisse più di una ottantina di libri e circa un centinaio di racconti!!!
E senza mai viaggiare, senza spostarsi dall’Italia, riuscì a raccontare, per la gioia dei bambini nati in due secoli diversi, incredibili saghe fantastiche di pirati, di eroi esotici e misteriosi.
Questo dipese molto dal fatto che durante i primi anni del suo lavoro di giornalista visse a Verona dove, all’epoca ricca di stranieri, i circhi e gli spettacoli per le strade della città lo affascinarono e gli diedero lo spunto per i futuri romanzi.
I suoi libri erano costellati poi di disegni affascinanti di uno dei maggiori illustratori dell’epoca, Alberto Della Valle.
Oltre allo stile dalle chiare influenze liberty, com’è evidente per es. da questa copertina del 1900,
Copertina ‘Le tigri di Mompracem’ di Alberto Della Valle (1900) – immagine reperita nel web
il suo lavoro è celebre per le pose fotografiche a cui sottoponeva amici e parenti per poi rielaborare il tutto nella sua arte da “regista attore“ consumato.
Partendo da fotografie scattate in interni borghesi, ci conduce in scenari esotici tra tigri e archibugi, facendoci vedere come una scopa possa diventare un timone e un asciugamano un turbante malese!!
Foto e disegno di Alberto Della Valle – immagine reperita nel web
Incredibile vero?
Sapete che mi ha inspirato?!
Scriverò un libro di avventura e lo intitolerò “L’emiro nero”
Vediamo……muble muble muble ……se utilizzassi una coperta ……….. perfetto devo solo trovare un volontario…..
C.