Gente in piazza che festeggiava. Il lancio di monetine a Palazzo Grazioli (vent'anni prima all'Hotel Raphael succedeva a Craxi), ma anche una banda che improvvisa l'Inno alla gioia in mezzo alla folla.
Da Repubblica del 12 novembre:
“La piazza di fronte al Quirinale si sta riempiendo di cittadini che attendono l'arrivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dimissionario. I manifestanti guidati dal gruppo "Resistenza musicale permanente" gridano slogan contro il premier e il governo pronti ad intonare "l'Hallelujah!". I cittadini molto rumorosi sventolano bandiere tricolore e cartelli con slogan "Bye Bye Silvio", "Dimissioni" e intonano cori "Te ne vai o no, te ne vai si o no" con la speranza di vedere l'auto blu del cavaliere.”
Ovviamente di tutt'altro tenore i commenti dei berluscones:
Scilipoti: "Colpo di Stato, Italia commissariata". Parla l'uomo che col suo cambio di casacca (il 14 dicembre 2010) ha mantenuto in vita il governo Berlusconi.
E comunque l'Italia è stata commissariata, anzi si è auto-commissariata dopo la lettera della BCE a Berlusconi e Tremonti.
La Russa: "Festeggiano nemico di classe". "Mi verrebbe da ridere e in realtà ho riso, vedendo i manifestanti che in odio a Berlusconi festeggiavano la vittoria del loro teorico nemico di classe: Mario Monti. E con lui la finanza, le banche, il capitale, i padroni, i poteri forti e ogni altro stereotipo delle battaglie della sinistra. Scusate se è poco!".
Ma Berlusconi non è quello delle banche di sistema, della P2, P3, P4, di Bisignani, di Pio Pompa e del Sismi di Pollari?
O forse è anche vero che è stata la politica di B. che ha fatto una lotta di classe contro i ceti medi. Contro i diritti di chi lavora. Contro l'ambiente e la cultura.
Si arriva a tirare in ballo Piazzale Loreto:
"Che vergogna! Tutti antifascisti dopo piazzale Loreto, tutti antisocialisti dopo le monetine dell'hotel Raphael a Craxi e oggi tutti antiberlusconiani dopo le dimissioni del presidente del Consiglio". Lo afferma Viviana Beccalossi, deputato del Pdl.
Tutti antiberlusconiani anche dentro il PDL, tra l'altro.
E non possiamo dimenticare il dito
medio di Sacconi:
“Dito medio del ministro del Welfare,
Maurizio Sacconi, all'indirizzo di un contestatore che al suo
ingresso a palazzo Grazioli, dalla porta posteriore, gli aveva detto:
"Vai a casa".”
Dito medio e corna anche per il
governatore Formigoni:
Noblesse oblige.
L'epilogo: