In continuazione all’articolo precedente, adesso l’attenzione è rivolta alla variabile V (controllo volontario) che possiamo esercitare nel determinare il nostro livello di felicità: H=S+C+V. A differenza delle C (circostanze esterne) e del S (set range) che sono in gran parte esterni al nostro controllo e per molti aspetti difficili da cambiare, sono molte le circostanze interne V che possono lavorare a nostro favore. E’ possibile vivere ai massimi livelli della propria quota fissa di felicità? Le variabili volontarie possono generare un cambiamento costante e definitivo nei livelli di felicità e benessere perchè dipendono appunto dalla nostra volontà. Noi possiamo indirizzare le nostre emozioni in una direzione positiva modificando; i pensieri e le interpretazioni che attribuiamo agli eventi del nostro passato, la percezione che abbiamo del presente e di conseguenza le aspettative riguardo al futuro. Questi tre ambiti emotivi non sono connessi tra loro in modo deterministico, ciò che proviamo riguardo al passato, non determina necessariamente il modo in cui viviamo il presente e ciò che pensiamo del futuro. In alcune condizioni l’emozione governa il pensiero ad es. è più facile che un individuo depresso abbia pensieri tristi, e in altre è il pensiero che genera l’emozione; il pensiero del pericolo provoca ansia, il pensiero della perdita genera tristezza…
-Tutte le emozioni che riguardano il passato sono generate dall’interpretazione che attribuiamo al ricordo, in più se crediamo che il nostro passato determini il nostro futuro tenderemo a lasciarci andare all’inerzia rimanendo amareggiati dal passato e passivi nei confronti del futuro. Molti studi (M.Rutter, R. Plomin…) longitudinali, basati cioè sull’osservazione a distanza di anni, hanno dimostrato una scarsa correlazione tra i traumi dell’infanzia ed effetti negativi sulla vita adulta e lo stesso riguarda anche l’influenza genetica sullo sviluppo della personalità.
Esistono due modi per portare le sensazioni che abbiamo riguardo al nostro passato nella direzione dell’appagamento e della soddisfazione. E’ possibile modificare l’atteggiamento mentale che ci lega agli eventi passati: provare gratitudine e apprezzamento per gli eventi positivi amplifica la sensazione di appagamento e riuscire a perdonare in primo luogo a sé stessi, gli eventi negativi, dissolve l’amarezza e il rancore. Non è facile, perché il nostro cervello si è evoluto in modo da riconoscere alle emozioni negative il potere di difenderci meglio dalle avversità, disponendoci in uno stato di attivazione psicofisica, a differenza delle emozioni positive che ci esporrebbero a maggiori pericoli, inoltre il perdono nei confronti di un torto subito non è la naturale risposta, che invece è quella della lotta per la sopravvivenza.
Dunque una strategia per una positiva riscrittura del passato è rievocare un ricordo negativo nei termini dell’empatia cercando di non indugiare nè in pensieri di autocommiserazione nè in pensieri di vendetta. Accrescendo inoltre la gratitudine per gli eventi positivi ci dispone in una condizione mentale di appagamento che intensifica la soddisfazione esistenziale.
-Anche l’ottimismo riguardo al futuro può essere costruito, cioè appreso e sviluppato. Le emozioni positive riguardo al futuro generalmente sono la speranza, la fiducia, la sicurezza in sé, l’ottimismo. Le persone che si arrendono facilmente tendono ad attribuire agli eventi negativi effetti permanenti: “il mio capo mi odia” , e a quelli positivi cause transitorie : “è solo il mio giorno fortunato”, a differenza delle persone ottimiste che attribuiscono ai successi cause permanenti perché legate ad abilità personali o a caratteristiche della propria personalità. Inoltre le persone con un atteggiamento negativo che sperimentano un fallimento in un ambito specifico della propria vita, tendono a lasciare che questo pervada ogni altro aspetto della loro vita, mandando in crisi l’esistenza per intero.
Quindi saper trovare cause transitorie e specifiche per gli eventi negativi, e insieme cause permanenti e pervasive agli eventi positivi, è l’arte della speranza e insieme alla capacità di saper discutere con sé stessi le accuse e i pensieri pessimistici, così come faremmo con un rivale che ci che ci accusa ingiustamente, che possiamo costruire l’ottimismo.
-La felicità nel presente è generata da stati d’animo differenti da quelli che riguardano il passato e il futuro. Le sensazioni di benessere legate al presente riguardano due categorie fondamentali: i piaceri e le gratificazioni.
I piaceri ci giungono attraverso i sensi, sono sensazioni gradevoli che implicano una risposta emotiva forte e positiva, tuttavia sono momentanei e indugiare ripetutamente nello stesso piacere è controproducente; a causa dell’assuefazione è possibile sviluppare una dipendenza. L’arte dell’assaporare, del vivere “slow”, invece è una qualità che è bene sviluppare per avere un atteggiamento mentale ricettivo, di attenzione partecipe che ci eviti di essere costantemente protesi verso il futuro, distratti, perdendo così enormi quantità di presente senza rendercene conto.
Le gratificazioni, invece, a differenza dei piaceri hanno una forte componente cognitiva; riguardano l’esercizio delle potenzialità. Riconosciamo un’attività che ci gratifica quando siamo totalmente immersi in essa e perdiamo il senso del tempo e la consapevolezza di noi stessi. Sono le passioni, la lettura di un buon libro, lo sport, un hobby, tutte quelle attività che ci impegnano in un compito, che implicano una sfida con noi stessi, che ci segnalano il raggiungimento di una crescita psicologica. E di conseguenza di uno stato accresciuto e permanete di benessere.
Miriam Vetrano
Fonte: M. Seligman “La costruzione della felicità”