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L'Era Callas al Teatro della Scala

Creato il 13 settembre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
L'Era Callas al Teatro della Scala     Da tempo volevo dedicare un articolo a Maria Callas, che rappresenta da sempre, con purissima luce, uno dei mattoni centrali e determinanti della mia coscienza e conoscenza del "bello". Questa luce è nata e cresciuta lentamente dentro di me attraverso la fortunata e assidua frequentazione, già dall'adolescenza, di vari luoghi magici come Il Teatro dell'Opera di Roma, il San Carlo di Napoli, L'Arena di Verona, la Scala di Milano, dove l'ombra della diva, della Callas, si calava tra le inevitabili mediocrità, o poco più, degli interpreti che ascoltavo. Nelle orecchie del ricordo, non quelle che erano sedute alle rappresentazioni, continuava a regnare la Callas, inevitabilmente. Era solo sulle tracce del vinile che potevo ritrovare la Divina;  le esperienze come spettatore se da una parte amplificavano la mia conoscenza e passione per la lirica dall'altra ingigantivano il rimpianto di non essermi trovato nel segmento storico giusto, di essere in ritardo sulla bellezza. Alla fine ho deciso di scriverlo questo articolo, molto incerto sul contenuto da proporre. Da vecchio appassionato, da "callasiano" e non  certo da critico musicale, propongo dunque oggi un piccolo approfondimento sugli inizi della carriera della diva, nella sua difficile ma inevitabile ascesa al Teatro della Scala, arrivando per piccoli passi alla leggendaria rappresentazione de La Traviata nel maggio 1955, che lanciò la Callas, definitivamente, nel firmamento della lirica, e non solo.

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