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l’era glaciale 4 – continenti alla deriva

Creato il 02 ottobre 2012 da Albertogallo

ICE AGE: CONTINENTAL DRIFT (Usa 2012)

locandina l'era glaciale 4

Avete presente la deriva dei continenti? Quel fenomeno geologico per il quale, tanto tempo fa, le terre emerse hanno cominciato ad allontanarsi le une dalle altre, dando vita al nostro pianeta nella forma in cui lo conosciamo oggi? Ecco, tutto ciò è colpa – o merito, chissà – dello scoiattolino Scrat, che inseguendo la sua ormai leggendaria ghianda (sicuramente il frutto più famoso della storia del cinema) è arrivato fino al nucleo della Terra. Da questo pretesto – e relativi terremoti, smottamenti, tsunami ecc. – prendono il via le nuove avventure del mammut Manny con figlia adolescente e consorte, del bradipo tontolone Sid e della tigre buona Diego.

Che dire? Come nei tre episodi precedenti, certo, si ride, ci si diverte, la tecnica del disegno è parecchio sofisticata, alcune trovate sono geniali e tutto quanto, ma credo sinceramente che il filone Era glaciale sia stato sfruttato ormai anche troppo, e che la saga dovrebbe terminare qui. Già tre anni fa L’alba dei dinosauri aveva mostrato segni di cedimento, ma questa quarta puntata è decisamente la più fiacca del lotto. Poi, per carità, magari sono io che crescendo (invecchiando?), e allontanandomi di conseguenza sempre più dalla fascia d’età a cui questo genere di film si rivolge, riesco a capire sempre meno un messaggio e un umorismo spensieratamente fanciulleschi e un po’, come dire, cazzoni, ma credo di poter dire con una buona dose di sicurezza che gli altri episodi della saga (specialmente i primi due, bellissimi) fossero più completi, più raffinati e di conseguenza maggiormente apprezzabili anche da un pubblico adulto. Prendiamo i riferimenti culturali, ad esempio, che dei cartoni animati digitali postmoderni (dal primo Shrek in poi, indicativamente) sono sempre stati un fondamentale punto di forza per grandi e piccini: in Continenti alla deriva tutta la vicenda si basa su una sorta di omaggio-parodia ai Pirati dei Caraibi, che non solo, personalmente, ritengo la saga cinematografica più prescindibile di tutti i tempi (se la gioca con Twilight, diciamo), ma che, oggettivamente, non può reggere il confronto con altri modelli utilizzati in altri film d’animazione (le favole, ad esempio, proprio in Shrek, o la fantascienza post-apocalittica in Wall-e). Questa scelta si inserisce in un più ampio tentativo dell’Era glaciale 4 di piacere a tutti i costi a un pubblico di pre-adolescenti trattato con scarsa fiducia e considerazione intellettuali (cfr. anche l’orrenda canzone dei titoli di coda, che non sfigurerebbe nella playlist di una discoteca per tredicenni aperta la domenica pomeriggio. Ma forse in America i tredicenni non vanno in discoteca la domenica pomeriggio, chi lo sa). Anche alcuni passaggi logico-narrativi di questo film sono buttati lì un po’ a casaccio: la tigressa, ad esempio, perché all’inizio è “cattiva”? E in virtù di quale rivelazione diventa poi “buona”? Anche in questo caso, chi lo sa.

Non abbiate paura, comunque: Continenti alla deriva è pur sempre un film divertente (grazie soprattutto, come al solito, alle gag di Sid, più scoordinato che mai, e ai “cortometraggi” muti in puro stile slapstick che vedono protagonista il povero Scrat), e se vi va di tornare bambini per un paio d’ore senza troppe seghe mentali, be’, allora buona visione.

Alberto Gallo

Ps: Filippo Timi, che doppia il mammut, è il solito cane. La sua presenza nel mondo del cinema italiano rimane per me un mistero. E in ogni caso il suo timbro non è proprio adatto al personaggio.
Pps: perché alla 20th Century Fox non si inventano uno spin-off che abbia come protagonista il solo Sid? Ne verrebbe sicuramente fuori qualcosa di spassoso. Come spalla comica il bradipo è un po’ sprecato.



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