Prima la fase ‘salva-Italia’ con la manovra lacrime e sangue e la Riforma severissima sulle pensioni. Poi la fase ‘cresci-Italia’ con le liberalizzazioni. Ora è la volta del decreto ‘semplifica-Italia’ che dovrebbe, a sentire il Governo, facilitare la vita dei cittadini ed aiutare la crescita. A breve si aprirà il capitolo ‘Riforma del Lavoro’.
In poco meno di tre mesi l’ex Commissario europeo potrebbe davvero fare ciò che è stato impossibile nei venti anni di governo della Seconda Repubblica. Le due coalizioni succedutesi dal 1994 in poi, a causa dei veti e controveti dei singoli partiti, non hanno potuto fare granchè. Il Centrosinistra ha pensato a risanare il paese, il Centrodestra invece si è occupato di aiutare le categorie ‘amiche’, cercando allo stesso tempo di fare gli interessi di Berlusconi. Per il resto, poco da segnalare.
L’ampia maggioranza di cui dispone Monti, permette invece di guardare oltre gli steccati ideologici, attuando provvedimenti che altrimenti avrebbero avuto grandi difficoltà di realizzazione. (Non è detto comunque che per i cittadini vi siano davvero benefici da tali riforme)
Quanto durerà? E’ impossibile da sapere. Sicuramente la presenza di Mario Monti e del suo esecutivo sta ‘sparigliando’ i giochi, mettendo in crisi le alleanze politiche ‘classiche’. Vacilla l’intesa Lega-Pdl, critica anche la situazione tra Pd, Idv e Sel.
Chi ci guadagna? Il Centro, il terzo polo di Casini che appoggia senza remore le azioni del nuovo Governo.
Cosa potrà accadere a breve? Tutto dipende dalla durata dell’esecutivo. Piu Monti rimarrà al potere, maggiori saranno le possibilità che le coalizioni di oggi si scompongano definitivamente. In questi giorni cominciano ad intraverdersi le prime ‘crepe’ nel Pdl, l’insoddisfazione di La Russa ed altri ‘ex An’ verso il governo, l’appoggio sempre piu marcato al Premier da parte di Scajola, Pisanu, Frattini ed altri membri del Popolo delle Libertà. I consensi ottenuti in casa Pd per le bozze di riforma del Welfare, sponda Veltroni ed ex popolari. Attorno a Monti si sta formando un’area di sostegno trasversale, che vede assieme settori del Pdl e del Partito Democratico passando per il Terzo Polo. Questa la futura ‘maggioranza’ con cui il Premier potrebbe candidarsi alle prossime elezioni?
In caso di ampio successo per i provvedimenti presi durante la durata dell’esecutivo, l’attuale Presidente del Consiglio potrebbe davvero godere di un consenso tale da far ottenere un discreto successo ad un eventuale ‘nuovo polo’ trasversale. Al Centrosinistra ed al centrodestra, o meglio a ciò che ne resterebbe, il compito di trattare, nel dopo elezioni, per la formazione di un nuovo esecutivo. Ed allora per Monti si aprirebbero due possibilità. Un nuovo incarico da Premier per una coalizione con Pd o Pdl, oppure l’elezione al Quirinale come ‘padre della patria’. Casini, intanto scalderebbe i motori verso Palazzo Chigi o comunque verso incarichi prestigiosi. Una destabilizzazione del panorama partitico farebbe quindi tramontare quasi del tutto la possibilità di una vittoria ‘progressista’ ed aprirebbe scenari ‘centristi’ non proprio esaltanti.
Una cosa è certa, in tutte le ipotesi appena descritte non viene calcolato il ‘fattore B’. Silvio Berlusconi. Dato da molti per ‘defunto’ politicamente, a mio avviso rimane la variabile imprevedibile tale da condizionare ogni futuro scenario. Il Caimano e la sua ‘roba’ (ovvero l’impero economico ed i guai giudiziari) sono e saranno sempre al centro del panorama politico italiano. Per anni abbiamo ‘temuto’ una sua ascesa alla Presidenza della Repubblica. Se, per ora, il pericolo sembra scampato, Berlusconi non si farà da parte. Quando il Cavaliere ‘fiuterà’ guai, staccherà la spina a Monti. L’unica speranza è che lo faccia troppo tardi, quando non avrà piu quel potere che tuttora possiede.
Tramite questa rubrica cercheremo di seguire l’evolversi della situazione. Il futuro ‘politico’ appare quanto mai grigio. Grigio ‘loden’…