L'erba degli impediti è sempre più verde

Creato il 16 luglio 2012 da Taccodieci @Taccodieci


"Chi fa da sè, fa per tre", recita un vecchio adagio.
Sì, gran bell'adagio, pieno di ottimismo e fiducia nel mondo, perchè spesso chi fa da sè alla fin fine si ritrova a farsi il mazzo anche per Tizio, Caio e Sempronio.
Era un po' che non mi sentivate raccontare che non mi sento bene, no? Più o meno dalla sesta malattia di quest'inverno. O magari dallo scorso anniversario, trascorso a casa con la pleurite. Anzi no, da quando ho trascorso il San Valentino sulla comodissssima poltrona delle torture del dentista, in preda ai dolori di un'infezione apparentemente inestirpabile, mentre inveivo per una anestesia che non voleva saperne di fare effetto.
Dulcis in fundo: non sto bene. Ho i linfonodi del collo tutti gonfi e doloranti e Dio solo sa perchè.
Con urgenza sabato mattina il medico mi ha spedita a fare gli esami del sangue e dai primi esiti sono sicura di non avere nulla di irreparabile. I restanti esiti li avrò domani mattina, quindi stay tuned se un po' vi interessa sapere se inizierò le ferie con la toxoplasmosi (ad oggi l'ipotesi pià gettonata).
Altri sintomi non ne ho, se non tanta, tanta, tantissima stanchezza.
Sono uno straccetto umano, uno straccetto che ieri pomeriggio si è spiaggiato sul divano e, senza motivo apparente, è giaciuto in stato comatoso, con tanto di bavetta alla bocca, dalle 15 alle 19. Per poi chiaramente crollare di nuovo irrimediabilmente alle 23. E chi s'è visto, s'è visto: buonanotte al secchio.
Ecco, forse se lo scrivo qui, a caratteri cubitali, che NON MI SENTO BENE, magari qualcuno finisce per ascoltarmi.
Ne ho sempre una. Finirà che mi inventerò le malattie perchè le avrò avute tutte, anche quelle trasmissibili solo grazie a piante tropicali che non vivono un solo secondo alle nostre latitudini, ma non sono una pittima.
In linea di massima sono una persona che, finchè non è stremata esanime sul pavimento, si rimbocca le maniche e cerca di cavarsela da sola. Modestia a parte per un attimo: sono piuttosto brava a cavarmela da sola.
Diciamo che cerco di non essere un peso, di condurre la mia vita per quanto possibile senza appoggiarmi agli altri, da vera donnina indipendente.
Ora, il fatto che io non stia a lamentarmi tutto il tempo non vuol dire che stia come una Pasqua.
Anzi, in linea di principio, ora come ora vorrei solo essere lasciata stare. Vorrei tornare a casa e fare mio il divano. Vorrei che, pur senza bisogno di darsi al vittimismo estremo, ci fosse un po' di considerazione, almeno per qualche giorno, finchè non mi sarò ripresa.
Non pretendo gesti plateali, non pretendo che ci sia qualcuno che costantemente mi tiene la manina e mi ripete quanto sono sfortunata. Non voglio che qualcuno si accolli anche le mie responsabilità, ci mancherebbe. Vorrei solo, per un secondo, essere lasciata in pace e magari, fino a che non sarò tornata in forma, che qualcuno facesse per me qualche infimo gesto per rendermi la vita un po' più facile.
E' chiedere troppo, secondo voi?
E invece ho scoperto che il mondo è degli impediti.
Siamo nel 2012 e ci sono persone che non guidano e se guidano lo fanno solo a determinate condizioni, ci sono persone che non muovono un dito nemmeno sotto tortura, che non cucinano nemmeno una bistecca senza mandare a fuoco la casa. Queste persone si lamentano, ne hanno sempre una, non possono quasi nemmeno respirare senza rischiare in qualche modo un enfisema. Per qualsiasi magagna una persona possa avere, loro ce l'hanno almeno doppia e stanno cercando di scambiarla con qualcuna che non hanno invece mai provato. E se non ce l'hanno loro ce l'ha qualcuno che conoscono e che o è morto o è in fin di vita.
Comunque sia queste persone affatto indipendenti si lamentano di tutto e di tutti, ma sono compatite (non è mica colpa lorose sono deboli, no?) e tutti hanno un occhio di riguardo.
E nella maggior parte dei casi sono persone che stanno benissimo, che con una bella dose di grinta e magari una spinta così energica da sembrare un calcione starebbero ancora meglio.
Nella maggior parte dei casi sono anche persone che ti chiedono di aiutarle, "te che sei brava" (traduzione: "te che sei una sfigata che non ha ancora capito la chiave per la vita facile").
Invece a una persona come me che cerca solo un luogo isolato dove smaltire del malessere, come un elefante che cerca solo di isolarsi dal gruppo quando sente che è giunta la propria ora, nessuno crede.
Solo perchè non mi lamento ad ogni ora del giorno e della notte. Solo perchè sono stanchissima e ho male ([@##° se fa male!) al collo, ma cerco comunque di badare alla mia vita senza cercare che qualcuno faccia le cose al posto mio. Solo perchè non passo ogni secondo della mia giornata a ripetere quanto stia male e quanto sia una persona sfortunata.
- Però: sai che non sembra proprio che tu stia male?
- E' solo perchè non rompo le palle tutto il tempo.
Mi sento dire.
Ma che deve fare una persona per essere creduta? No, perchè è già abbastanza umiliante essere spesso malata, avere un sistema immunitario che fa acqua da tutte le parti, senza essere pure presa in giro.
E ancora: "andiamo a correre?".
No, veramente: la mia soglia della pazienza, già di per sè molto ma molto bassa, si sta abbassando esponenzialmente.
Che ci volete fare? Sarà l'effetto di questa ipotetica toxoplasmosi. Magari dovrebbero aggiornare Wikipedia ed aggiungere l'estrema irritabilità tra i sintomi della toxo.
Inizierò in ogni caso a rompere le palle pure io, soprattutto in tempi non sospetti.
Smetterò di cucinare e vivrò di takeaway, avrò una perenne gastrite che mi impedirà di mangiare qualsiasi cosa e renderò un inferno la vita di chi mi inviterà a cena, mi dimenticherò come si cambiano le lampadine dell'auto, come si riattacca il salvavita in casa e come si regola la pressione della caldaia, porterò la biancheria a lavare e stirare dalla mamma (come potrei conciliare una vita da donna lavoratrice con il bucato?), ma soprattutto romperò tanto ma tanto le palle con i miei limiti, limiti che io stessa mi imporrò.
Ed avrò una vita in discesa, molto meglio di quella di chi cerca di fare da sè.
La Redazione

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