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L’Eretico(trilogia di Magdeburg)

Creato il 20 settembre 2011 da Fant @fantasyitaliano

Libro adorabile. Magari da leggere mentre si ascoltano le canzoni dei Coldplay per compensare la mancanza di umanità e la desensibilizzazione emotiva conseguente alle scene di squartamento (in media una a pagina, ma anche di più se nel capitolo non c’è una violenza sessuale).

Trama de L’Eretico

Tenebre. Non esiste altro nella Germania dell’anno Domini 1630. Carestia, morte, pestilenza provocate da una guerra che sembra eterna. Ma nemmeno questo bagno di sangue ferma Reinhardt Heinrich von Dekken, Principe di Turingia, uno dei nobili cattolici più potenti e temuti del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Quello di Reinhardt, uomo nel cui passato grava un incubo che rifiuta di dissiparsi, è un disegno di potere destinato a sconfiggere il tempo. Nel perseguirlo, Reinhardt non ha esitazioni. Eppure, come in una profezia dell’Apocalisse, il suo destino è inesorabilmente legato a quello di un guerriero senza nome, enigmatico e letale: un eretico in nero che di Reinhardt sembra l’antitesi assoluta.

Ambientazione

Quasi unanimemente osannato da critica e pubblico per il crudo realismo e lo scenario apocalittico che descrive, l’Eretico è il primo capitolo di una trilogia dai toni cupi, che pare tratteggiare uno scenario tanto lontano quanto attuale. È “la guerra eterna” il principale soggetto della trilogia di Magdeburg. Con il suo linguaggio iperrealistico, all’opposto di tanto fantasy tradizionale (ma contiguo ad autori come Abercrombie), Altieri tratteggia un incubo ad occhi aperti, un mondo, quello della guerra dei Trent’anni, in cui regna distruzione materiale, dissoluzione morale e pessimismo esistenziale.

Stile

Fortemente cinematografico. Sembra di assistere ad un buon montaggio di un film d’azione. Se fosse un film, la fotografia sarebbe quella cupa di film come il recente Black Death, o quella allucinata e piena di ombre di Apocalypse Now. Abbonda di particolari storici anche molto ricercati (il protagonista usa una dai-katana), ma non troppo specifici. Si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad una ambientazione, sì, medievale, ma completamente deformata dall’oscurità

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allegorica che Altieri vuole fare trasparire. Per il resto, lo stile della narrazione è asciutto, privo di tropi fronzoli, ad eccezione di qualche momento di cui già si è detto, in cui il narratore-Altieri cede alla voglia di farci sapere “quanto è brutta la guerra dei trent’anni” o “quant’è brutta la guerra eterna”, “quant’è oscura e priva di speranza la guerra.” Se proprio vogliamo andare sul pignolo, le metafore che usa sono perfettamente in tema, ma sono spesso ridondanti, come se volesse raccontarci quello che ha già descritto (e siccome Altieri è bravo, descritto bene). Per dare ancora più enfasi alla caratteristica scrittura quasi d’azione cinematografica, l’autore usa poi il tempo presente o, altre volte, elide di netto il verbo, cosa che conferisce una notevole velocità alle azioni più concitate.

Personaggi

Wulfgar è l’Eretico a cui si riferisce il titolo di questo primo volume. Il personaggio, in sé, è un vuoto quasi assoluto. Le sue frasi lasciano trasparire pochissimo delle sue origini e dei suoi scopi. E quel poco che di lui si sa, non lo rivelo per non rovinare la sorpresa. Basti sapere che è un guerriero abilissimo, molto più abile con la spada di molti mercenari e pare mosso da una specie di odio contro i preti e i potenti in generale.

Attorno a Wulfgar e Reinhardt Von Dekken, che già immagino contendersi la vittoria in un epico scontro finale, si ergono altre figure secondarie che, devo dire, sono ben più caratterizzate e più credibili di questi due personaggi monocromatici e quasi fumettistici.

Due parole anche su Dekken, il cattivo.

Reinhardt Von Dekken è pazzo. Fosse solo questo. Ogni pagina in cui appare questo personaggio, che se non si fosse capito è veramente cattivo, abbonda di riferimenti alla sua cattiveria(se non si fosse capito è veramente cattivo). A questo proposito, ricordo che Dekken è veramente un cattivo. Per cattivo, quale è Dekken, intendo la cattiveria più pura. Ammazza la gente, violenta pargoli e stupra gente, uccide gente e stupra pargoli e uccide altra gente. Insomma, è proprio cattivo.

Se avete letto l’ultimo paragrafo, tranquillizzatevi, non sono uscito di senno. È solo che ho tentato di copiare nel mio piccolo lo stile ridondante di Mr. Altieri, da cui emerge irrefutabilmente che Reinhardt Von Dekken è veramente cattivo. Lasciatemi dunque ripetere, solennemente, che Reinhardt Von Dekken è veramente molto cattivo, almeno come Hitler in versione vampiro-lupo mannaro. Beninteso che io non voglio dare ad intendere di sapere cosa ci sia di particolarmente cattivo in Hitler versione vampiro-lupo mannaro. Per conto mio, sarei stato più disposto a pensare che il cattivo più cattivo di tutto l’universo sia Satana morso da Hitler versione vampiro-lupo mannaro. Ma poiché la saggezza dei nostri nonni risplende nelle similitudini, le mie mani inesperte non toccheranno la saggezza degli antichi o l’Italia rischia di sfasciarsi.

Ma, come disse Dickens, è importante che non ci siano dubbi al riguardo: Reinhardt Von Dekken è veramente cattivo!

Magdeburg, trilogia ideologica?

Mi sono fermato a metà della trilogia, dunque quasi a trecento pagine del secondo volume. Non è la storia in sé ad avere nulla che non vada. Considero Altieri un ottimo scrittore, forse il migliore che c’è in italia in questo momento ma qui il pessimismo apocalittico è troppo esasperato, attraverso continue ed estenuanti ripetizioni del narratore tipo “La guerra è eterna!” “Non c’è pietà nella guerra eterna!”. Dunque lo stile finisce per prevalere sulla narrazione, rendendo il tutto odioso.

Fosse solo questo, pace. Ma non è solo questo. L’atteggiamento dell’autore, o per meglio dire del narratore, è quello di chi vuole fare predicozzi ed alludere(strizzando l’occhio) alla realtà presente. Non riesco veramente a capire come sia  possibile una simile spreco. Anche i critici più generosi infatti sono d’accordo nel dire che La Trilogia di Magdeburg è ideologica ed allegorica. Linko qualche recensione online per farvi rendere conto:

http://www.versacrum.com/vs/2010/05/alan-d-altieri.html

http://www.temperamente.it/contemporanei/la-trilogia-di-magdeburg-di-alan-d-altieri/

http://www.fantasymagazine.it/libri/5476/magdeburg-l-eretico/

Proverò certamente a leggere altre opere di Altieri e mi fermerò ancora più certamente se lo stile di Magdeburg si rivelerà essere quello di tutti i libri di Altieri. Se così non fosse, sono altrettanto certo che riuscirò a trovare almeno un libro da leggere, visto l’eccellente lavoro che l’autore fa anche con la traduzione delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e la sua esperienza notevole con romanzi di ambientazione storica.

Riassunto

Non aspettatevi un fantasy storico, ma un horror sullo sfondo della guerra dei trent’anni con alcuni elementi di ucronia. L’Eretico è consigliato a chiunque riesca a reggere duemila pagine di massacri e stupri ed un mondo senza legge né Dio, dove il più forte ha sempre la meglio e dove il narratore sottolinea questo stato di cose ogni due e tre attraverso frasi ripetute ad nauseam. Per finire, il libro non è nemmeno lontanamente autoconclusivo, dunque preparatevi a comprare e leggere gli altri due volumi, Il Demone e La Furia, se volete ultimare la storia iniziato in questo primo volume.

Voto: ★★½☆☆ 


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