Wired.it ha da poco diffuso una classifica dei migliori autori italiani autopubblicati. Nel corso delle settimane precedenti i commentatori erano stati chiamati a esprimere una preferenza circa i titoli italiani selfpublished più riusciti. I risultati? Spiccano tra gli altri alcune nostre vecchie conoscenze. Già un anno fa parlavamo di come tra gli autopubblicati siano molto attivi gli autori di genere. Tra i dieci segnalati dalla rivista ci sono anche Alessandro Girola, Luca Rossi e Rita Monticelli. Al di là delle critiche sul metodo del sondaggio di Wired (ne potete leggere nei commenti all’articolo), personalmente sono più interessato a parlare dei titoli in questione, soprattutto in rapporto a quanto emerge all’estero.

I dati di questa prevalenza del genere – che non sorprende affatto chi segue il fenomeno – sono confermati dal mercato selfpublisher statunitense che, fatte le dovute proporzioni, dovrebbero rispecchiare ciò che da qui a quattro anni succederà anche in Italia, venuta di Cthulhu esclusa.
Secondo i dati rilasciati di recente da Hugh Howey (autore self di Wool), su uno store importante come Amazon, ormai il 30% delle vendita è dagli autori self che si contendono la torta con le 5 grandi dell’editoria, almeno per quanto riguarda la lista dei 50000 ebook più venduti. Se poi si considera le percentuali di guadagno, si scopre che gli autori che decidono di non passare attraverso il filtro tradizionale delle case editrici guadagnano fino a 5 volte di più dei loro colleghi, facendo oscillare ancora di più la bilancia verso i selfs. Ovviamente, rimandandovi al link per comprendere meglio il metodo e la portata dell’analisi, faccio notare come non si allontani poi tanto dalla realtà prevista da un recente articolo: la battaglia sulla pubblicazione del futuro sarebbe conclusa a favore degli autopubblicati.
L’indagine di Howey, confermata in piccolissimo anche dalla classifica degli autopubblicati italiani di Wired: osserva che la fiction di genere (fantasy, fantascienza, horror, avventura, storico ed erotico) trionfa in termini numerici su saggi e literary. Che, aggiungo io, forse hanno già altre strade per affermarsi.
Ma torniamo ai titoli segnalati da Wired. Oltre alla qualità e alla cura dei testi

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