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L'eroe ribelle, di Suzanne Brockmann

Creato il 04 agosto 2014 da Babetteleggepervoi

Sulle prime Meg non capì.L’uomo le sorrideva, ma l’espressione e il tono della voce, per quanto gradevoli, non corrispondevano alle sue parole. “Abbiamo preso in ostaggio tua figlia.”
L'eroe ribelle, di Suzanne Brockmann
Titolo: L’eroe ribelle (The Defiant Hero).Autore: Suzanne Brockmann.Traduzione: Michela Ippoliti.Genere: Romantic Suspense.Pagine: 409.Editore: Leggereditore (24 luglio 2014).Prezzo: euro 4,99 (ebook); euro 10,50 (copertina flessibile).La mia valutazione: quattro stelline.
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‘Gli Stati Uniti si rifiutano di negoziare con i terroristi.’ Meg Moore ha ben in mente queste parole. Le aveva sentite ai tempi in cui lavorava come interprete in un’ambasciata europea. Quelle stesse parole, però, sono una sentenza di morte per sua figlia e sua nonna, rapite da un gruppo di estremisti. Meg farebbe qualsiasi cosa per salvarle, persino uccidere.Il marine John Nilsson è convocato a Washington dall’FBI come esperto in negoziazione: una donna tiene in ostaggio un ambasciatore puntandogli la pistola alla testa. Quella donna non è una sconosciuta, per lui: non la vedeva da anni, ma non ha mai dimenticato com’era magnifico tenerla tra le braccia. John rischia di distruggere la sua carriera se la aiuta a scappare, ma se si rifiuta di farlo, lei perderà la vita...Dopo “L’eroe ribelle”, il secondo romanzo dei Troubleshooters, dove l’amore è rischio, coraggio, passione.
“La libera uscita dovrà aspettare” disse il primo ufficiale.“Era l’ammiraglio Crowley. Voleva sapere dove si trovasse il sottotenente Nilsson.”Oh, merda. Nils aveva sempre pensato che Crowley fosse un bravo ragazzo. L’ammiraglio stesso era un SEAL. Se era incazzato…“Dobbiamo muoverci” continuò il primo ufficiale. Adesso stava parlando con Jazz e Wolchonok, ma anche il resto del gruppo si era fermato ad ascoltare. “Riunite tutta la squadra il più presto possibile. Abbiamo ricevuto l’ordine di fornire assistenza a una squadra antiterrorismo dell’FBI a Washington. Ci sono degli ostaggi all’ambasciata kazbeka.” Si girò e guardò Nils. “E il rapitore vuole negoziare solo con Johnny Nilsson.”
L’amata Suzanne ci propina una storia poco plausibile, ma non ce ne importa niente, perché i suoi personaggi sono umani, amati, indimenticabili.In breve: Meg, una donna come voi e come me (ok, mooolto più giovane di me), viene informata da un sorridente terrorista del rapimento della figlia e di nonna Eve. In cambio della loro liberazione, Meg dovrà rapire un ambasciatore (è un terrorista, in realtà, e gli avversari vogliono torturarlo e poi ucciderlo). Il Paese interessato è una repubblica kazbeka che non vi consiglio di cercare su Google Maps, semplicemente perché non c’è (1).Ed ecco che questa signora, tranquilla, se ne va all’ambasciata con DUE pistole e rapisce il finto ambasciatore e due diplomatici. Poi, chiede di negoziare con John Nilsson. Perché proprio con questo sottotenente di vascello dei SEAL (2)? La storia è lunga ed è cominciata alcuni anni prima, quando Meg era sposata a un farabutto. C’erano state scintille fra lei e Nils, un incendio del cuore e dei sensi, ma tutto era finito ancora prima di cominciare: lei aveva scelto di provare a rimettere in piedi il matrimonio, lui l’aveva lasciata andare. Gentiluomo con il cuore terremotato.Fermiamoci un momento a riflettere: per quando Meg sia di casa all’ambasciata kazbeka, nessuno –ma proprio nessuno- al giorno d’oggi, entra con due pistole in una sede diplomatica. Le puoi nascondere dove ti pare. Non passi nemmeno con un taglia-unghie, con un temperino…Insomma, direte, non ce ne importa niente di questi dettagli, vogliamo la suspense e vogliamo l’amore. Oh, di suspense ce n’è quanta ne volete. D’amore anche. E qui mi cascano un tantino le braccia. Perché quella fra Meg e Nils è, sì, la storia d’amore principale, ma non è la migliore. La scena viene loro strappata come un tappeto sotto i piedi da una coppia strepitosa: quella formata da Alyssa, tiratrice scelta dell’FBI, e da Sam, SEAL all’ennesima potenza.Per una volta tanto, questi maschi alfa ci sembrano più umani: le lacrime sono anche un loro appannaggio e, anziché renderli buffi, ne esaltano le doti di guerrieri dal cuore tenero.C’è una terza storia d’amore (Brockmann deve aver fatto spesa in epoca di saldi) ed è meravigliosa: è quella che nonna Eve racconta alla nipotina, durante la dura prigionia. Una vicenda che ci riporta indietro nel tempo e ci prende il cuore.Lieto fine assicurato. Storia fra Sam e Alyssa rimandata al SESTO volume della serie. Brokmann è senza cuore.Nonostante queste pecche, il romanzo si beve come una fragrante cioccolata calda (vista l’estate fredda e piovosa, il paragone mi sembra calzante) e la sua dolcezza ci raggiunge il cuore che, come tutti gli uomini sanno, è molto vicino allo stomaco.
http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Kazbek
L'eroe ribelle, di Suzanne Brockmann

Quello sopra è lo stemma, che racchiude un’aquila, un’arma, un tridente e un’ancora. E questo sotto è il motto (l’unico giorno facile è stato ieri). Ironico, vero?The only easy day was yesterday.
Le United States Navy Sea, Air and Land forces (SEAL), sono le Forze per Operazioni Speciali della Marina degli Stati Uniti, impiegate dal governo degli Stati Uniti d'America in conflitti e guerre non convenzionali, difesa interna, azione diretta, azioni anti-terrorismo ed in missioni speciali di ricognizione, in ambienti operativi prevalentemente marittimi e costieri. Più volte hanno operato con il SAS inglese e il reparto Delta Airborne americano.

Nel 1961, sotto la Presidenza di John F. Kennedy, grande sostenitore dello Special Warfare, la U.S. Navy propose l'istituzione di reparti di Forze Speciali anche nell'ambito della Marina, con competenze ad ampio raggio sulle operazioni di incursione costiera, supporto agli sbarchi anfibi ed attività di controguerriglia in ambienti marittimi/fluviali. Nello schema iniziale dell'U.S. Navy del marzo 1961, si sottolineava già la necessità di avere a disposizione piccole unità operative in grado di infiltrarsi ed esfiltrare nei diversi teatri operativi per "mare, aria e terra" ("Sea, Air, Land"), da cui derivò l'acronimo SEALs.L'eroe ribelle, di Suzanne Brockmann14 maggio 1988. Due SEAL equipaggiati con un fucile da battaglia M14 (a sinistra) e un telemetro laser (a destra).http://it.wikipedia.org/wiki/Navy_SEALhttp://www.navy.mil/

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