Impossibile non tornare indietro a tre anni fa, (ma anche qualche decina di post fa) e ricordare come mia figlia, a 10 anni ha affrontato l’inizio della scuola media.
Fu un vero disastro. Fin dai primi giorni voleva scappare da una scuola che a suo dire non l’accettava. I compagni non la coinvolgevano nei loro giochi, i professori la giudicavano introversa ed asociale e lei, di rimando, si ribellava rifiutando lo studio. Ogni suo piccolo difetto era diventato gigante e motivo per rinchiudersi caratterialmente. Non era più nostra figlia, quella bambina spiritosa e determinata, amante del canto e della musica, piena di energia e di iniziative. Dopo un primo sconcerto iniziale le abbiamo fatto capire che lo studio, a questa età, anche se non piaceva bisognava comunque intraprenderlo. Tutti nella vita dobbiamo gettare le basi per un lavoro e la scuola media era proprio una base.
Naturalmente ad ogni voto insufficiente (perchè l’inizio era costellato da questo tipo di voti) noi abbiamo cercato di incoraggiarla senza dare peso.Il malcontento poi ha raggiunto l’apice in un triste episodio scolastico.
Durante la ricreazione, mia figlia con alcune compagne, ha assistito al suicidio di un compagno più grande, il quale, davanti a loro, con un balzo si è buttato giù nella tromba delle scale. Si diceva fosse depresso per la separazione dei genitori e per l’emarginazione subita in classe.
Quando rientrò a casa le vidi un viso diverso, strano. Le domandai il motivo e lei, con una freddeezza glaciale, mi disse di aver visto un compagno suicidarsi. Mi si gelò il sangue nelle vene , mi scesero le lacrime nonostante tentassi di trattenerle. Lei mi guardava senza dire più una parola. Dentro di me ho pensato che ciò forse l’avrebbe portata a chiudersi ancora di più e soprattutto a voler cambiare scuola definitivamente.
Invece non ci fu nessuna reazione di ribellione, anzi, cominciò ad apprezzare tutto ciò che la circondava. Questo triste episodio unì molto la classe che cambiò atteggiamento nei confronti di mia figlia . Lei si sentì improvvisamente meglio e cominciò a studiare e a farsi apprezzare dai professori per la sua voglia di rivalsa.
E’ stato un crescendo sia dal punto di vista caratteriale che del profitto. I voti che prima a malapena raggingevano la sufficienza cominciavano a trasformarsi in 7 e in 8 e nonostante noi le avessimo sempre detto che il voto non era importante ma lei, ha cominciato ad impegnarsi e a trarre soddisfazione da questi risultati.
Oggi l’esame orale, quello che concludeva questi 3 anni tribolati. Lo racconto con le lacrime agli occhi come me lo ha raccontato mio marito al telefono. E’ stato un trionfo.
L’insegnante di musica avvicinandosi a lui si congratulava per il livello degli scritti : italiano, matematica, spagnolo, e prove invalsi ha ottenuto una votazione tra il 9 e il 10 completata da un esame orale che ha lasciato a bocca aperta i professori: una tesina dedicata agli anni 60, alla rivoluzione giovanile, alla Guerra nel Vietnam, alla musica di De Andrè, all’arte di Andy Warhol.
Determinante è stata la visita alla nonna,(la blogger 80enne sprint) ieri sera, che interrogandola su tutto il lavoro, le ha dato una carica di energia positiva che si è portata fino alla fine dell’esame di questa mattina.
Ora l’attende il ginnasio in un nuovo percorso di vita.