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L'esecutivo della finanza paralizza il Paese sul problema che non c'è. L'art. 18, licenziare per assumere? Ma non facciamo ridere. Vogliono solo il trofeo da esporre nei saloni dei palazzi

Creato il 20 marzo 2012 da Slasch16

L’esecutivo della finanza paralizza il Paese sul problema che non c’è. L’art. 18, licenziare per assumere? Ma non facciamo ridere. Vogliono solo il trofeo da esporre nei saloni dei palazzi.Il problema del capitalismo è nell’evoluzione del capitalismo perchè i capitalisti hanno capito prima di noi, teledipendenti vittime della pubblicità, che il profitto del consumismo era alle corde.
Tutti abbiamo la lavatrice, due televisori, tre telefonini, due o tre auto per famiglia, i mobili durano decenni e, se vogliamo muovere l’economia, dobbiamo distruggere a mazzate le cose durevoli necessarie e quelle inutili che la propaganda capitalista ci ha fatto comprare.
Dallo sfruttamento produttivo del lavoratore, possibilmente con meno diritti regolamentati, all’unico scopo del profitto e dell’aumento della produzione, il capitalismo parassita si è dato alla finanza perchè ha capito prima di noi che il consumismo ha un limite fisico per il consumatore  e di inquinamento per il pianeta.
Smaltire un’automobile inquina il pianeta mentre la finanza parassita inquina la mente non ha necessità di stabilimenti e rende molto di più con i debiti di Stato.
Mettiamo il caso che ci sia un imprenditore onesto che ha una fabbrica qualsiasi con 1000 lavoratori, rispetta le leggi contrattuali, paga le tasse, investe nella ricerca, vende la sua produzione, tratta con il sindacato, paga gli stipendi e le ferie, anticipa la liquidazione ai suoi dipendenti per aiutarli a comprarsi una casa ed alla fine di tutto questo si trova con un utile netto finale del 10%.
Intendiamoci il 10% netto per la sua famiglia non è poco su un giro di miliardi in una decina di anni si trova con un bel gruzzolo che permetterebbe alla sua famiglia  ed ai suoi discendenti la garanzia di una qualità della vita superiore per centinaia di anni.
Il tutto rispettando le regole, pagando le tasse sino all’ultimo centesimo, creando ricchezza per i suoi dipendenti e per il Paese, come avrete capito sto parlando dell’imprenditore che non c’è, ma ci potrebbe anche essere.
Il tipico Cavaliere del Lavoro se non fosse per il fatto che anche Berlusconi lo è pur essendo economicamente ed eticamente un bandito.
Ad un certo punto per eccesso di produzione e conseguente calo di consumi il bravo imprenditore si accorge che non è più conveniente avere 1000 dipendenti, trattare con i sindacati, pagare tutte le imposte dirette ed indirette alle quali è soggetta la sua impresa, investire in ricerca è sempre più difficile anche per via della concorrenza e si rende conto che se chiude la fabbrica, licenzia i dipendenti, vende i capannoni può avere lo stesso profitto, a tasse inferiori, senza preoccuparsi di rispettare contratti, la legge 626, fare la manutenzione ai macchinari ed ai capannoni, rinnovare la mensa, pagare i commercialisti, litigare con il suo dipendente che gli da del disonesto e non si rende conto di avere il titolare migliore del mondo che lo rispetta e lo paga quanto deve.
Insomma da capitalista produttivo diventa capitalista finanziario e si mette a fare il parassita degli Stati, investe i suoi capitali in borsa nei titoli di Stato e si trova con la stessa rendita che aveva con la fabbrica ma senza le “rotture” della fabbrica, non deve trattare con il sindacato, subire le ispezione dell’ufficio igiene nella mensa aziendale, la finanza che gli controlla le bolle di consegna e le fatture e l’impresa che gli fa la manutenzione ai capannoni che costa sempre di più.
Non solo si toglie tutte le rotture che comporta la produzione ma alla fine invece di dare allo Stato il 50% di tasse sugli utili si accorge che facendo il parassita paga solo il 20%.
Ovvio che gli conviene fare il parassita degli stati, male che vada ne diventa addirittura propietario dei terreni e degli immobili ed invece di incontrare il sindacato per il rinnovo del contratto va nella villa in Sardegna a giocare  a tennis con i famigliari e gli amici o a pescare se gli piace il mare, il silenzio e la compagnia ristretta.
E’ l’evoluzione del capitalismo, il lavoro che non c’è ed è inutile che Monti e la Fornero ci vengano a dire che il problema è l’art. 18 che creerebbe disoccupazione per i giovani.
La disoccupazione per i giovani ed i meno giovani è dovuta alla mancanza di investimenti nella produzione, al consumismo esasperato che non è più sostenibile ed al capitalismo finanziario e parassita che ha sostituito i dipendenti con un pc che è più che sufficiente per seguire gli investimenti e calcola i profitti in tempo reale.
Al massimo, se ha difficoltà con il pc e con internet, assume uno specialista che segua le sue indicazioni che compri, sposti, investa, dietro il suo indirizzo e del commercialista che lo segue.
La finanza parassita e la politica sua complice vuole il trofeo e come i nobili dei secoli scorsi andavano a caccia del cervo per mettere la testa del trofeo nel salotto buono i nuovi nobili della finanza vogliono il trofeo da esporre nei saloni delle loro ville e dei loro palazzi, l’art. 18.
E non ho scritto degli imprenditori evasori, ladri, la malavita organizzata e tutti i parassiti sconosciuti al fisco.
Abbiamo indebolito la politica, l’abbiamo inquinata, abbiamo buttato via gli ideali e le lotte per un mondo migliore, ci siamo distratti e queste sono le conseguenze.
Milionari che decidono per conto di altri milionari o miliardari come devono vivere milioni e milioni di persone senza lavoro, senza prospettive, e la colpa è sempre degli altri.
Dei sindacati, dei politici, dei corrotti, dei corruttori e mai degli elettori.
Gli elettori hanno sempre ragione e, se si incazzano, non vanno a votare o votano scheda bianca per protesta.
Gli elettori dovrebbero ricordarsi che per fare la spesa ci vogliono gli euro, per affittare una casa pure, per pagare l’asilo anche, per avere un futuro ci vuole un lavoro e non le polemiche sul web e sull’ art. 18.
L’art. 18 è l’ennesimo paravento del sistema.
Come arrivare a distruggere una società, globale, senza passare dai bombardamenti che facciano ripartire l’economia.
L’esecutivo della finanza paralizza il Paese sul problema che non c’è. L’art. 18, licenziare per assumere? Ma non facciamo ridere. Vogliono solo il trofeo da esporre nei saloni dei palazzi. Pasolini l’ha detto più di 40 anni fa, noi abbiamo valore in quanto consumatori e non come persone, individui. Oggi non possiamo consumare e ci mandano al macero.
L’ha stabilito il capitalismo, il mercato, la concorrenza, i parassiti della finanza. 


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