L’esigenza di unirmi ogni volta con te di Tonino Zangardi (Imprimatur, 2015) è il romanzo da cui è stato tratto il film, in lavorazione, interpretato da Claudia Gerini e Marco Bocci.
Secondo quanto sosteneva Luigi Pirandello «l’uomo non ha personalità unica, ma varia, complessa e in ininterrotta metamorfosi; è costretto perciò dalle convenzioni e norme sociali e dai suoi interessi ad assumere per gli altri un ‘forma’ fissa, determinata, rigida, legata a un aspetto e a una circostanza particolare della sua vita».
Questa ‘forma’ che l’uomo assume spesso diventa una vera e propria gabbia e così, alla stregua di un qualsiasi essere che si sente braccato, finisce col desiderare solamente la libertà. Quando si è giovani, adolescenti, il tentativo di uscire dalla ‘gabbia’ viene etichettato come ‘ribellione’, ma quando si è adulti facilmente si tira in ballo la follia.
È esattamente da questo punto che parte il romanzo di Zangardi, dal desiderio ‘folle’ di Giuliana di liberarsi dalla ‘gabbia’ nella quale improvvisamente si sente prigioniera, dopo aver volontariamente ma inconsciamente per anni gettato ogni chiave offertale dalla vita per aprire i lucchetti del suo destino. Un gesto ‘folle’ che ne attira altri sempre più estremi in un crescendo di tensione e passione che tengono incollato il lettore alle pagine del libro.
La scelta di raccontare la vicenda da due diversi punti di vista che poi equivalgono ai due protagonisti, Giuliana e Leonardo, si rivela efficace in quanto aiuta a entrare con più incisività negli accadimenti, a condividere i sentimenti, le emozioni e, leggendo, ci si sente talmente partecipi da arrivare a criticare alcune delle scelte fatte dai personaggi immaginando così un ipotetico quanto diverso epilogo.
L’esigenza di unirmi ogni volta con te di Tonino Zangardi sembra essere stato scritto in vista della sua trasposizione cinematografica e se in generale ciò rappresenta un limite criticabile della letteratura e della narrazione nel caso specifico non lo è. La grande capacità descrittiva dell’autore, il quale riesce con brevi passaggi a ben rappresentare ‘la scena’ del narrato, aiuta chi legge a figurarsi personaggi e luoghi con una tale intensità da apparirgli in alcuni tratti reali.
È un libro che si legge in poche ore e non solo per la sua breve lunghezza che va poco oltre le 150 pagine ma per il forte coinvolgimento nella vicenda che porta il lettore a dure riflessioni su temi caldi della società attuale, da un originalissimo punto di vista.
«Mi ricordo che anni fa, quando mi mettevano di servizio allo stadio, passavo tutto il tempo della partita non a vedere quei poveri stronzi dare calci alla palla ma a osservare le facce contorte e urlanti dei tifosi: alcuni erano vere bestie che avevano riposto ogni briciola di umanità. Come se, uscendo coi loro bandieroni, avessero lasciato a casa cervello e razionalità. Ci urlavano “servi dello Stato”, senza sapere che lo Stato erano loro.»
Written by Irma Loredana Gargano
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