Da quando, ieri sera, ho letto il post di Andrea, non riesco a togliermi dalla testa i mulini a vento. Non combattiamo contro i mulini a vento, ma siamo i mulini a vento, quelli che per primi hanno avvertito il cambiamento del vento, e hanno invertito il giramento di pale (any sense) per continuare a macinare buona politica, e che ad Albinea si ritrovano alla ricerca di nuovo sfide, sintetizzate, questa volta, da Pippo e Paolo nel Libretto arancione, tutto da scaricare, leggere e diffondere.
Se fossi un ragazzo di provincia, dopo aver visto quel che è successo a Milano, adesso avrei la speranza che succeda anche nella mia città. Vorrei fare il volontario per un candidato che conosco e che stimo, e vorrei che il suo comitato elettorale fosse un luogo aperto in cui tutti possono portare il loro entusiasmo e le loro idee. Vorrei che il Pd lo capisse, e permettesse ai suoi elettori di scegliersi i propri candidati a Camera e Senato con primarie aperte e libere.
E il punto, partitico ma anche politico, sta proprio qui, nella voglia di partecipazione, nella voglia di scegliere, perché come ha detto Arianna Ciccone ad Albinea, vogliamo assumerci “la responsabilità di aver mandato Scilipoti in Parlamento”. Partitico, perché è compito nostro insaccare il porcellum, e renderlo più digeribile. Politico, perché in un momento tanto delicato del nostro Paese, forse è davvero tornato il momento che siano scelti i migliori per formare un’assemblea ricostituente, capace di immaginare la prossima Italia. Perché il cambiamento non si fermi alla primavera, ma possa esplodere con l’estate.