Girovagando fra blog e Facebook ho visto centinaia di foto e racconti di bellissimi viaggi estivi. Un tempo anch’io narravo di luoghi visitati e scoperti più o meno lontani. Quest’anno no. Quest’anno la nostra è stata l’estate delle cose semplici. Un lungo spostamento per tornare in Italia e passare le vacanze per la maggior parte del tempo nella nostra casa, viverla appieno come forse non era ancora mai successo perché prima, d’estate, andavamo sempre in vacanza.









Il secondo spostamento in aereo con destinazione Calabria per andare a trovare gli altri nonni. Pur essendo al mare, quest’anno avevamo meno voglia di andare in spiaggia dato che ormai viviamo al caldo tutto l’anno. Ci siamo dedicati principalmente agli affetti. Ai nonni sì, ma anche agli zii, agli amici e soprattutto all’ultima arrivata, la nostra nipotina, e a colui che invece ha visto nascere tutti, il nonno di Francesco. Sarà perché io i nonni non li ho più da tanto tempo, sarà perché ho conosciuto solo la mia nonna materna ed anche lei se ne è andata nella mia adolescenza quando i miei 15 anni e i 74 fra di noi mi impedivano di capirne il valore, sarà perché il nonno di Francesco è una persona non comune, ma io sono tanto affezionata a lui. Mi ha emozionato particolarmente fotografarlo con i piccoli di casa, vedere le mani rugose intrecciarsi a manine e piedini teneri.







Ora siamo di nuovo in Thailandia, che al solito, semplice non lo è. Abbiamo avuto una brutta accoglienza. Il proprietario ci aveva chiesto di poter fare un nuovo impianto di condizionamento mentre non c’eravamo, peccato che si fosse dimenticato di verificare che i lavori fossero finiti. E così, dopo 21 ore di viaggio, siamo arrivati in una casa che era un cantiere, con le camere inagibili e l’impianto di condizionamento ancora da installare. Siamo riusciti a sistemarci in una stanza con il condizionatore funzionante, abbiamo dormito tutti e 4 in un lettone, fatto colazione in una cucina piena di operai e zanzare con 45 gradi, pranzato e cenato al ristorante per 4 giorni. In tutto ciò Carlo Alberto ha iniziato la prima elementare ( qui Year 1 ) un po’ addormentato e tramortito, ma con grande entusiasmo. E questa è stata la cosa più importante, il resto piano piano si è sistemato.





