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L'estinzione del Permiano si verificò circa 252-251 milioni di anni fa, e viene chiamata "La Grande Morìa" per via dei suoi effetti devastanti sui diversi ecosistemi terrestri. Anche se nel corso dell'ultimo mezzo miliardo di anni ci sono stati ben cinque eventi catastrofici tali da innescare estinzioni di massa, quella del Permiano fu uno dei più veloci, e di certo ebbe una portata senza precedenti.
Il 96% delle specie marine sparì dagli oceani di tutto il globo, accompagnata dal 70% di tutti i vertebrati terrestri. Il 57% di tutte le famiglie viventi e l'83% dei generi venne uccisa da quella che venne definita anche "la madre di tutte le estinzioni di massa".
Le cause di questa estinzione di massa non sono ancora state chiarite: c'è chi ipotizza la collisione con un asteroide, anche se è uno degli scenari meno probabili, e chi invece, supportato dai dati, sostiene che la scomparsa degli esseri viventi del Permiano sia stata causata da un rapido declino della quantità di ossigeno nell'atmosfera e negli oceani, e da un improvviso aumento dell'anidride carbonica.
Quanto sia stato improvviso questo aumento è da tempo considerato materia di accesi dibattiti. Una delle ipotesi dice che ci siano stati almeno 2-3 eventi di estinzione di massa a distanza di circa 5 milioni di anni l'una dall'altra prima di arrivare all'estinzione finale che portò l'80% delle specie marine rimaste a sparire dal pianeta.
Un team del Massachusetts Institute of Technology ha tuttavia determinato che l'estinzione di nove specie su dieci ebbe luogo in meno di 20.000 anni, in concomitanza ad un rilascio massiccio nell'atmosfera di quantità enormi di anidride carbonica.
Il ritmo di rilascio di questo gas era molto simile a quello a cui assistiamo oggi, tenendo conto anche delle emissioni antropogeniche di anidride carbonica. Questo portò ad un cambiamento climatico globale che, congiuntamente ad una frequenza impressionante di incendi, contribuì a velocizzare l'estinzione delle specie viventi rendendo il clima invivibile e l'ecosistema arido.
"La gente non ha mai saputo quanto siano durati gli eventi di estinzione" spiega Sam Bowring, professore di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie. "Molte persone pensano che siano durate milioni di anni, ma questa durò qualche decina di migliaia d'anni. C'è una controversia aperta su cosa causò l'estinzione del Permiano, ma qualunque cosa sia stata c'è un dato su cui tutti concordano: si verificò molto velocemente".
I ricercatori si sono concentrati sullo studio del letto di cenere vulcanica di Meishan, una regione cinese in cui sono stati scoperti in passato numerosi fossili risalenti al Permiano, alcuni dei quali interpretati come i primi segni di ripresa dopo l'estinzione.
Analizzando la quantità di zircone contenuta nelle ceneri vulcaniche, i ricercatori hanno ristretto la durata dell'evento di estinzione del Permiano a 20.000 anni, molto più breve di quanto precedentemente ipotizzato.
La stima passata, basata anche su una serie di carotaggi effettuati in Groenlandia, stabiliva che gli esseri viventi fossero andati incontro all'estinzione in circa 0,7 - 1,2 milioni di anni, e che il declino delle specie animali si sia verificato in circa 60.000 anni.
Questa nuova datazione, tuttavia, costringe ad una parziale riscrittura di ciò che ormai diamo per scontato sulle grandi estinzioni. Ad esempio, uno degli agenti proposti come responsabili dell'estinzione del Permiano sono state una serie di eruzioni vulcaniche verificatesi in Siberia circa 240-260 milioni di anni fa, in una porzione temporale corrispondende alla precedente datazione approssimativa della "Grande Morìa".
Il nuovo frame temporale, quindi, costringe ad ottenere nuovi dati sulle eruzioni siberiane per poterle mettere in relazione di causa ed effetto con l'estinzione del Permiano. "Prima si poteva dire 'si sono verificate nello stesso periodo, per cui c'è un rapporto di causa ed effetto'" afferma Bowring. "Ma ora si può datare l'estinzione con uno scarto di 20.000 anni, non si può più dire 'circa nello stesso periodo'. Si deve dimostrare che sia esattamente lo stesso periodo".
L'anelisi degli isotopi di carbonio, invece, ha mostrato che 250 milioni di anni fa gli oceani e l'atmosfera iniziarono ad accumulare anidride carbonica in quantità enormi, e paragonabili a quelle registrate in tempi moderni. "Il ritmo di immissione di CO2 nel sistema del tardo Permiano è probabilmente simile al ritmo antropogenico di CO2 che vediamo ora" sostiene Dan Rothman, professore di geofisica all' EAPS. "La differenza è che è continuato per 10.000 anni".
Se davvero fu l'anidride carbonica ad innescare l'estinzione del Permiano, da dove proveniva tutto questo gas? "Non è facile da immaginare" conclude Rothman. "Anche se si mettessero tutti i depositi di carbone conosciuti sulla Terra in cima ad un vulcano, non si otterrebbero cifre nemmeno vicine a quelle calcolate. Per cui accadde qualcosa di insolito".
A mio parere stiamo aggiungendo un periodo eccessivamente lungo per un'estinzione,secondo me il periodo avvenne in non più di un secolo e fu un vero e proprio cataclisma di roccia fusa e morte.
L'estinzione del 96% delle specie marine e l'incremento dell'anidride carbonica furono il risultato di un aumento del vulcanismo sottomarino che rilasciò enormi quantità di questo gas assieme a molti altri nell'atmosfera.
L'aumento delle temperature marine e la loro acidificazione furono un vero e proprio campo di concentramento per la fauna marina che fini sterminata nell'arco di pochi decenni,mentre l'enorme incremento dell'anidride carbonica nell'atmosfera e di enormi quantità di Co2 e vapore acqueo contribuirono al soffocamento di molte specie animali su vasta scala,a raffreddare il clima e il vapore condensato ricadde sottoforma di neve e piogge torrenziali.
Sospetto anche che per avere il genere di fenomeni che sono stati descritti la temperatura delle acque e del terreno dovesse essere più alta del normale mentre quella atmosferica molto più fredda del normale,questo avrebbe causato violentissime raffiche di vento e un'inversione dei poli magnetici,se ci fosse stata avrebbe anche scagliato violenti tsunami su tutti i continenti e sconvolto la geografia globale con terremoti e attività vulcaniche.
I vulcani all'origine della catastrofe erano quelli che diedero orgine alla formazione nota come Siberian Traps, o Trappo siberiano, un'area che attualmente ha il suo centro nella città siberiana di Tura e si estende fino a Yakutsk, Noril'sk e Irkutsk per circa due milioni di chilometri quadrati complessivi, all'incirca la superficie dell'Europa.
"Le ceneri, osservano gli autori, devono aver ancor più aggravato la situazione già preceria di un pianeta alle prese con il riscaldamento. Anche perché queste ceneri erano altamente tossiche e la loro diffusione su terre e mari può avere significativamente contribuito a questa catastrofica estinzione", ha concluso Hamed Sanei, anch'egli co-autore dello studio.
I ricercatori hanno studiato gli strati di cenere trovati nella parte piu' a nord del Canada, dimostrando che si sono depositati proprio nell'era dell'estinzione. A produrre l'enorme strato, spiegano nell'articolo, sono stati i vulcani nella cosiddetta 'trappola siberiana', un'area con al centro l'odierna citta' di Tura di circa due milioni di chilometri quadrati, piu' della superficie dell'Europa, che ha generato pennacchi di ceneri che hanno coperto l'intero pianeta. All'epoca dell'estinzione il pianeta aveva un unico continente, la Pangea, in cui erano presenti i primi vertebrati e gli antenati degli odierni mammiferi. La cenere, secondo la teoria degli scienziati, ha distrutto la gran parte dei loro habitat naturali, soffocando anche la vita negli oceani a causa della progressiva perdita di ossigeno.
Questo fu il risultato di una prolungata attività vulcanica che ebbe come centro l’attuale Siberia. Le eruzioni produssero piogge acide e assottigliarono lo strato di Ozono atmosferico permettendo ai raggi ultravioletti provenienti dal Sole di arrivare sulla superficie terrestre.
Come spesso accade, quando c’è una estinzione, altri esseri viventi hanno la possibilità di proliferare. In questo caso furono i funghi ad avere la meglio. Alcuni studi indicano che dopo la fase eruttiva la superficie terrestre era diventata uno strano posto, con vegetazione formata da piante semplici, muschi e soprattutto da una enorme quantità di alberi morti. L’autore di questa ricerca è Mark Sephton, un geochimico dell’Imperial College di Londra.
Fonte:
http://www.ditadifulmine.com/2011/11/estinzione-del-permiano-duro-20000-anni.html?utm_source=feedburner&utm;_medium=feed&utm;_campaign=Feed%3A+DitaDiFulmine+%28Dita+di+Fulmine%29
http://www.lescienze.it/news/2011/01/24/news/colpa_dei_vulcani_la_grande_estinzione_di_massa_del_permiano-553352/
http://www.terrascienza.it/index.php?option=com_content&view;=article&id;=96:i-vulcani-siberiani-sono-la-causa-dellestinzione-di-massa-del-permiano&catid;=7:vulcanologia&Itemid;=13
http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2009/10/i-vulcani-spazzarono-via-tutte-le.html
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