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L’estrazione degli oli essenziali

Creato il 03 luglio 2012 da Lecobottega @Lecobottega

L’estrazione degli oli essenziali

Gli oli essenziali ricavano il loro nome dalla pianta che viene utilizzata per la loro estrazione.

In realtà, la teoria di estrazione tramite la corrente di vapore (che viene impiegata per l’ottenimento dell’olio essenziale) rappresenta una tecnica già notevolmente impiegata nell’antichità: è sufficiente pensare che furono gli arabi a sviluppare tale tecnologia oltre un millennio fa, anche se venne impiegata unicamente per l’estrazione delle acque aromatiche, senza fare caso agli oli essenziali.

Esistono diverse tipologie di estrazione: si va dalla distillazione in corrente di vapore fino alla spremitura a freddo, senza dimenticare come ci sia la possibilità, secondo alcune autorità, di sfruttare anche la distillazione a secco (che viene definita anche distruttiva).

Gli oli essenziali rappresentano dei preparati di erboristeria particolarmente complessi e concentrati di sostanze chimiche: ecco spiegato il motivo per cui l’utilizzo di un determinato olio essenziale senza un preventivo consulto con il proprio medico curante, potrebbe portare numerosi rischi per la salute del soggetto che ha intenzione di seguire tale trattamento.

La somministrazione degli oli essenziali sia sconsigliata con i bambini in tenera età e con i neonati, ma anche in particolari situazioni: ci stiamo riferendo all’allattamento, alla gravidanza. E’particolarmente sconsigliato a tutti quei soggetti che devono fare i conti con importanti epatopatie e soffrono di insufficienze a livello renale.

La qualità che caratterizza un olio essenziale è naturalmente correlata alla qualità delle piante che vengono impiegate per la realizzazione del preparato, nonché in relazione all’abilità del distillatore.

Nel caso in cui l’etichettatura rispetti tutti le norme e le principali regole professionali, dovrebbe certamente sottolineare il nome botanico, la parte della pianta che è stata impiegata per la realizzazione dell’olio, il luogo in cui è avvenuta la raccolta, la tecnica di estrazione che è stata sfruttata, la data in cui è avvenuta l’operazione di estrazione dell’olio essenziale; determinate procedura che sono state impiegate sull’olio grezzo e le cautele che devono essere rispettate (come ad esempio evitare di utilizzare l’olio essenziale nel momento in cui una donna è in gravidanza).

Le proprietà di natura chimica e fisica che fanno riferimento agli oli essenziali sono davvero numerose: nella maggior parte dei casi si tratta di preparazioni volatili e che hanno la particolarità di possedere un tipico odore, che viene definito con il termine più comune di aroma.

Si tratta di soluzioni che presentano un colore differente in base alla pianta che viene utilizzata, ma possono anche essere incolori; ad ogni modo, si caratterizzano per essere difficilmente solubili all’interno dell’acqua, in cui però riescono a diffondere il loro aroma.

Al contrario, gli oli essenziali si caratterizzano per essere notevolmente solubili all’interno delle sostanze grasse, ma anche nell’alcol e in tutti i solventi organici tradizionali, come ad esempio l’etere.

Le proprietà che vengono maggiormente correlate all’utilizzo degli oli essenziali corrispondono ad un’attività antisettica e antibatterica, senza dimenticare in svariati casi anche un’azione di contrasto nei confronti delle infezioni e virus.

Ovviamente, gli oli essenziali sono portatori di tante altre proprietà che, però, variano in base alla pianta utilizzata: così avremo oli che prediligono un’attività espettorante ed altri che svolgono un’azione stimolante.

L’aromaterapia, invece, è un ramo della fitoterapia che usa gli olii essenziali.


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