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La preoccupazione è in crescita in tutti questi Paesi mediorientali.
Ma dai dati del PEW, ci sono anche altre nazioni che sentono avvicinarsi lo spettro del fondamentalismo islamico, e ne soffrono.
A subire la flessione maggiore, è al-Qaeda: simbolo finora della diffusione globale jihadista, diventata realtà internazionale, attualmente messa in un piano relativo dalle gesta degli uomini di Baghdadi.
Passando ad un'analisi più regionalizzata, si deve cominciare dalla Nigeria, dove il gruppo d'ispirazione salafita Boko Haram non ha ancora frenato l'intensa attività iniziata nella fine del 2013. Il rapimento delle oltre 200 studentesse di un paio di mesi fa - è notizia di queste ore, che alcune, una sessantina, sarebbero riuscite a fuggire - aveva portato i Boko sotto i riflettori internazionali: ma la sensibilizzazione del #BringBackOurGirls e l'invio di alcuni rinforzi militari al governo locale, non sono bastati ad intimidire la formazione combattente guidata da Shekau, che ha continuato a seminare terrore con ripetuti attacchi terroristici contro villaggi del nord, fino alla capitale Abuja.
I Talebani in Pakistan non godono di maggiore rispetto. Le attività a cavallo con l'Afghanistan sono sempre intensissime, anche se da tempo si parla di una possibile pace con il governo di Islamabad. Anche qui la popolazione sembra stanca del clima di guerra perpetrato da anni.
Pure Hezbollah "piace" meno nella aree mediorientali. L'organizzazione politico-sociale, dotata di un potente braccio armato filo-iraniano, sta combattendo in Siria a fianco delle forze governative di Assad: e forse anche questo rientra nelle cause del calo di consensi - Assad è malvisto praticamente in tutta la regione.
Analogamente anche Hamas sta subendo una netta flessione. Il gruppo palestinese aveva raggiunto alti livelli di diffusione nel 2007, quando era condiviso dal 62% della popolazione: il dato nel 2014 è sceso al 32. Eppure Hamas si è rappacificata con Fatah, entrando nella maggioranza politica che sostiene il governo tecnico che guida l'Autorità palestinese, ma non basta. E le valutazioni del PEW sono precedenti al "fattaccio" del 12 giugno (quando tre giovani israeliani sono stati rapiti e poi uccisi a sangue freddo nei pressi di Hebron), altrimenti la condivisione tra la popolazione sarebbe stata anche minore. Hamas viene vista come responsabile di una condotta troppo radicale, che è sempre sul punto di infiammare le tensioni israelo-palestinesi.
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