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L’età più bella

Da Dallomoantonella

 

L’età più bella

 

L’età più bella è quella in cui siamo stati felici?

O quella in cui  siamo diventati consapevoli?

Che cos’è la felicità se non solo un dono che ci viene offerto per farci capire la bellezza del mondo? e dunque solo un dono che ci rimane dentro a consolarci nei momenti meno felici nell’attesa che si ritorni a ridere con il sole? un sole che continua a splendere anche di notte?

La consapevolezza invece  è molto di più.

E’ la comprensione totale delle cose; è la capacità di dominare gli eventi senza che siano essi stessi a dominare noi, è la capacità di alzarci ogni mattina guardando con  equo ottimismo al futuro, è la capacità di svicolare gli ostacoli, la capacità di riconoscere lo sviluppo delle situazioni. La capacità di controllarci, la capacità di controllare, la capacità di programmare (quel che si può) e di dare il giusto peso e valore  a quel che accade.

In altre parole è il diventare  adulti.

C’è chi diventa vecchio  senza diventarlo mai.

C’è chi guarda alla maturità come a un declino inesorabile che non può che abbruttirci.

Non ci credete; vogliono solo fottervi le vostre migliori occasioni.

Ci sono giovani che sono più maturi di certi anziani, e persino bambini che riescono ad essere di esempio ai loro padri.

La consapevolezza non è una conquista dell’età, ma del pensiero.

E il pensiero non conosce il  tempo.

Può succedere che attraversiamo dei periodi in cui ci sentiamo forti e capaci di affrontare dinosauri divoranti; poi improvvisamente questo stato di grazia ci abbandona o sembra dimenticarsi di noi.

Allora bisogna solo avere pazienza; tirare i remi in barca e aspettare, aspettare, aspettare.

L’occasione di ritorno.

Diventare adulti è diventare belli sotto un profilo morale e intellettuale, non significa perdere lo splendore dei bambini;  il bambino rimane nell’adulto intatto solo che  maggiora alla quintupla potenza le sue energie costruttive.

Non è perdere quindi l’innocenza.

Se fosse questo il prezzo della consapevolezza, io vorrei essere un folle.

No, la consapevolezza è la ragione che sa dialogare con il sentimento; è la caduta di tutti i muri; sono braccia così  grandi che possono abbracciare tutto e tutti.

La consapevolezza è il coraggio che sposa l’umiltà, è un motore potente che sa andare al passo di un cammello, è il cielo chiaro di notte.

E’ la capacità di sentirsi parte di un qualcosa che sappiamo poter  morire solo con noi.

Che non ci abbandonerà mai mai mai

Mai.

Carne della nostra carne, luce della nostra luce, respiro del nostro respiro.

 

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