Ma il problema etico non è solo della RAI, parliamo della giustizia: Formigli e la RAI stessa, sono stati condannati a pagare SETTE milioni di euro alla FIAT per un servizio di cinquanta secondi andato in onda su Annozero in cui semplicemente si rilevava che una macchina dell'azienda torinese era, su circuito, più lenta di altri due modelli di altre aziende; un dato per altro, mai confutato.
Il danno procurato è stato quantificato a DUE milioni di euro, i restanti CINQUE milioni sono considerati danni morali. Il che fa specie visto e considerato che un genitore che perde un figlio ha diritto a poco più di 300.000 euro. Il messaggio che passa è che uccidere qualcuno è economicamente meno dannoso che attaccare (per altro con dati oggettivi) la FIAT.
E' una sentenza che non solo è eticamente scorretta, ma è anche concretamente pericolosa: il già martoriato giornalismo italiano cosa dovrebbe trarre da tutto questo? Semplicemente che contro alcuni, certi servizi non vadano proprio fatti con buona pace della cara, vecchia, libertà di critica, di parola e di opinione.
E per quanto riguarda la RAI? E' evidente che il problema sono i partiti, già Berlinguer diceva che essi non sono altro che "macchine di potere e di clientela"; e se questo era vero ai suoi tempi, si può forse dire che oggi le cose sono cambiate? Probabilmente si, e in peggio. Ma allora la speranza?
Ce la spiega Celentano.