C’è da rimanere pazzi. Nel periodo 2007-2013, l’Europa ha dato all’Italia fondi per la ricerca e lo sviluppo pari a 6,2 miliardi di euro. A gestire questo fiumiciattolo di denaro è il MIUR, il Ministero per l’Università e la Ricerca, attraverso il PON, Programma Operativo Nazionale. Se non fosse che codesto spett.le Ministero ha tagliato 270 milioni di fondi agli atenei pubblici, la cosa non interesserebbe quasi nessuno però, siccome lo ha fatto, cerchiamo di capire dove sono andati a finire. Alla Fiat, in primis, poi alla British American Tobacco (la fabbrica delle MS tanto per intenderci), alla Fondazione Maugeri(Formigoni, Daccò&Co.), a Invitalia, a Promuovitalia, allo stesso PON che per la gestione dei fondi spende un fottio di denaro in strutture e personale. Ci sono anche progetti strani e dai nomi curiosi: “DiGiCult”, che sembra una trasmissione di Marco Giusti o “NeoLuoghi: soluzioni per l’esperienza culturale nei luoghi elettivi della submodernità” (che cazzo significa qualcuno lo spiegherà). Però, udite udite, sono stati finanziati anche progetti più sostanziosi, nel senso che almeno si mangia sul serio: “Qualità Abruzzo”, un libro sull’enogastronomia della regione (alla faccia dell’Aquila ancora distrutta) e “Voglia di pollo”, un progetto teso a incrementare l’uso delle galline da tavola in Puglia. Solita Italia, soliti maneggioni, soliti noti. E poi qualcuno si lamenta se non vengono finanziati i ricercatori italiani in fuga all’estero, le “menti” nostrane e i progetti innovativi (seri) del made in Italy. Ma si sa, dalle nostre parti, le cose migliori vanno sempre, letteralmente, in fumo.