14 Maggio 2013 L'Unione Europea tenta una stretta sulle agenzie di rating nel tentativo di fissare nuove condotte virtuose ed evitare il ripetersi della catena degli eventi che ha avuto un ruolo piuttosto pesante nella crisi finanziaria esplosa nel 2008: all'inizio del secolo, infatti, le agenzie di rating assegnarono giudizi eccessivamente generosi a strumenti finanziari che contenevano al proprio interno anche vera e propria spazzatura (i cosiddetti titoli salsiccia), talmente complessi che ancor oggi non ne sono chiare le dinamiche, e probabilmente non lo erano né agli emittenti né agli istituti che dovevano valutarli.La direttiva punta a rendere gli emittenti di strumenti finanziari meno dipendenti dai giudizi delle agenzie. Tali agenzie, infatti, specie per quanto riguarda i giudizi richiesti dagli stessi emittenti (solicited), si trovano in una situazione in cui vengono pagate per emettere tale valutazione. Il fatto di essere giudici di clienti paganti potrebbe spingere le agenzie a produrre rating più favorevoli al fine di mantenere la clientela, in una sorta di corruzione "morbida". Tuttavia è necessario mantenerne il ruolo, poiché le agenzie di rating vengono spesso utilizzate nelle decisioni di investimento: ad esempio i fondi sono molto spesso obbligati ad acquistare soltanto strumenti finanziari avente un certo merito di credito o superiore.A tal fine l'Unione Europea imporrà agli emittenti di ruotare le agenzie, ovvero di affidarsi a giudici diversi ogni quattro anni; sarà inoltre necessario affidarsi a due diverse agenzie per strumento. Prevista anche una stretta sugli incroci azionari al fine di rendere meno stretti rapporti fra giudicante e giudicato.In arrivo inoltre anche la possibilità di citare in giudizio un'agenzia di rating per chiedere un risarcimento dei danni nel caso in cui le valutazioni siano riconosciute erronee intenzionalmente o per negligenza.Per quanto riguarda invece i rating sovrani, ovvero relativi agli Stati e solitamente non richiesti (unsolicited) le agenzie di rating dovranno aggiornare i propri giudizi ogni 6 mesi e non più ogni anno.Entro il primo luglio 2016 infine la Commissione europea dovrà preparare un rapporto che faccia il punto sulla situazione del mercato, al fine di elaborare aggiustamenti alla direttiva europea.da tm.news 13 maggio 2013
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