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L'evoluzione dei generi - Piero Angela

Da Ransie @_Ransie_
La femmina è un essenza all'aroma di bastardità. Nell'incertezza dei suoi anni adolescenziali, durante la crescita e la maturità cadenzate da crisi universitarie-lavorative, i primi anta e la menopausa, dà il meglio di se'. Praticamente sempre. La donna è eternamente indecisa. In amore. Prima che faccia il passo ci deve pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare. E pensare.
Ha pensato così tanto che il suo pensiero ha invaso le teste delle persone vicine a lei che l'aiutavano e pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano. Pensavano.
Fin quando queste persone qui, stanche dei pensieri che circolano e che non trovano conclusione, ci danno un taglio.
Zàc!
Nella vita della femmina prima o poi arriva il maschio. In realtà un maschio c'è sempre. Anche per la femmina più brutta, più antipatica, più tutto, un maschio insidioso c'è sempre per confondere le idee.
La femmina, in amore (quella cosa che va oltre il "trombAmici"), ha sempre le idee confuse. E a un certo punto, per l'appunto, si confonde. Mescola le carte tutte e il gioco ricomincia. Nella confusione dei pensieri l'unico che non ci ha capito nulla è il maschio il quale, non si sa per quale assurda casualità, si ritrova con culo per terra, da solo a leccare i tombini.
E' l'evoluzione dei generi. Per una serie di circostanze favorevoli e/o avverse, il più stronzo soppravvive.

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