Magazine Diario personale
Scusatemi, cari amici, per questo giro di parole ma secondo me ci voleva. Ora, non ricordo più bene se è stato lunedì, martedì o verso la fine della settimana scorsa ma, su Rai tre, è andato in onda TG LEONARDO. Non è la prima volta che ve ne parlo, generalmente lo segue perché mi piace tanto dura circa una mezz'oretta ma, secondo il mio modesto parere, è uno dei motivi per cui pago puntualmente il canone televisivo. Ci fossero più programmi simili, la televisione non sarebbe proprio spazzatura. Comunque, tornando a noi, hanno parlato di agricoltura e della nuova presa di coscienza. Sapete a cosa sono giunti? Bene, non ci crederete, ma è vero.
Sembra che il massimo per una buona risposta della natura, in campo agricolo, sia il metodo che usavano gli antichi contadini. In cosa cosa consiste? I nostri nonni e i bisnonni erano soliti far girare le coltivazioni, ossia per un determinato periodo, generalmente tre anni, su un appezzamento si avvicendavano le colture. Nell'alto medioevo si sostituì con questo metodo, l'avvicendamento biennale. Con questa tecnica si diminuiva il rischio della siccità. Ma vediamo in breve la storia.
Sin dall'alba dei tempi, quando l'uomo divenne agricoltore e non più solo cacciatore, si comprese che continuando a coltivare cereali sullo stesso appezzamento, il suo potere di alimentare le coltivazioni diminuiva sempre più i raccolti con l'andare del tempo si contraevano. Si constatò, così, la necessità di adottare una nuova metodologia. Dopo una serie di raccolti su di un un pezzo di terra bisogna lasciare il tempo che il terreno, stando a riposo rigeneri il suo potere di coltura, ossia la fertilità. Perciò in età preistorica si giunse alla coltivazione biennale dove al terreno si lasciava il "riposo coltivativo", metodo mediterraneo, un anno si coltivava e l'anno seguente si lasciava la terra a riposo. Questo è essenziale perché solo così il terreno può accumulare acqua che è importantissima per la coltivazione. Una terra arida dà pochi frutti. Quindi in quei paesi dove non c'era il problema delle piogge, verso l'Europa del nord, si passò al riposo triennale. Si poté attuare questo passaggio grazie alla bardatura a collare per gli animali e al nuovo aratro pesante che compensarono con un aumento della resa agricola la perdita di superficie seminata.
Con il tempo si arrivò alle rotazioni che andavano dai cinque ai sette anni, grazie anche alle nuove tecnologie. Ultimamente, però, alcuni studiosi si sono resi conto che in questo modo la terra man mano si è impoverita, sotto l'aspetto dei minerali, e in più è aumentato il problema della terra arida. Quindi ala fine forse sarebbe meglio ritornare indietro e riprendere le antiche metodologie che si basavano, anche, sulle fasi lunari, durante la semina.
I nostri nonni alla fin fine non erano poi così tontarielli, non vi sembra?
Certo è che andare avanti per poi accorgersi che la tecnologia, non è così preponderante come il rispetto per madre natura non è il massimo. Mi viene da dire che Meglio tardi che mai. Sperimo che da questa presa di coscienza si giunga a capire che l'empatia verso i propri simili e verso il mondo che ci circonda, animali e natura, è fondamentale se vogliamo assicurarci un futuro degno e decoroso per tutti.
Vi propongo ora dei video molto interessanti. Il primo è una breve storia dell'agricoltura di questi ultimi cento anni
guarda qui
Infine se volete quest'ultimo che riguarda la Monsanto (multinazionale americana), che sta dilagando con i suoi prodotti non proprio a dimensione umana.
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