Il genere legal thriller a me è sempre piaciuto e ogni tanto non disdegno un libro di questa categoria.
Si tratta del tipo di vicenda nella quale la domanda intrinseca non è chi sarà stato?, come nei classici gialli con delitto, ma piuttosto ce la farà?
Stiamo parlando di un genere letterario ben preciso che vede, a differenza della storia alla tenente Colombo dove a fronte di un omicidio più o meno misterioso c’è il racconto di come il delitto viene risolto e il colpevole individuato, una situazione in continua evoluzione nella quale gli avvenimenti si susseguono e gli scenari cambiano mano a mano che la storia si sviluppa.
In questo caso la curiosità del lettore viene stimolata e indirizzata verso una evoluzione della vicenda che non si conosce a priori e che può cambiare pagina dopo pagina.
Uno schema abbastanza consolidato quello che Grisham utilizza anche in questo libro dove diversi sono i colpi di scena e altrettanto numerosi i ribaltamenti di fronte.
Ben inteso, qui non si parla di letteratura nel senso nobile della parola, ma come dice lo stesso scrittore americano, si tratta di intrattenimento.
In questo John Grisham è molto chiaro: i suoi libri e le sue storie nascono con l’intento di divertire il lettore prima e lo spettatore poi, senza avere pretese di chissà quale riconoscimento letterario; il suo campo è quello dell’intrattenimento e devo dire che in questo ci sa fare molto bene.
Nei suoi libri c’è azione sì, ma un tipo di azione particolare: conflitti a fuoco quasi nessuno, inseguimenti pochi, protagonisti in continuo movimento da una città all’altra e da uno scenario all’altro proprio per mantenere viva la suspance della storia.
Probabilmente un po’ ripetitivo lo sarà anche, dato il grande numero di titoli sfornati, ma resta comunque una lettura piacevole e un ottimo metodo di relax magari dopo libri che hanno richiesto un impegno mentale e una concentrazione di certo più importante.
Nello specifico, in questo lavoro il protagonista è un ex-avvocato condannato a dieci anni di carcere per operazioni di pulizia di denaro sporco, il cosiddetto riciclaggio, il quale cerca di uscire anticipatamente di prigione denunciando un pluriomicida conosciuto in carcere.
Grazie a questa informazione tenta di ottenere l’annullamento della pena residua e spera di rientrare nel quadro della protezione testimoni in maniera da avere una nuova identità e cambiare vita una volta per tutte.
Ovviamente questo è solamente il punto di partenza che darà il via a tutta una serie di avvenimenti spesso imprevisti, in attesa di un finale a sorpresa che poco per volta viene svelato.
La particolarità di questo genere è ben esplicitata in una riflessione del protagonista Malcolm Bannister:
Il processo fu uno spettacolo, una farsa, un modo ridicolo di cercare la verità. Ma, come sono arrivato a capire, la verità non era importante. In un’altra epoca forse il processo è stato veramente una pratica per la presentazione dei fatti, la ricerca della verità e l’imposizione della giustizia.
Adesso un processo è una competizione, con un vincitore e uno sconfitto.
Ognuna delle parti si aspetta che l’altra pieghi le regole o imbrogli, per cui nessuna delle due gioca lealmente. E la verità si perde nella confusione.
Concetto questo già espresso da un altro famoso avvocato divenuto scrittore: Vincent Bugliosi autore del bel libro Lo dirà il mare.
Un libro piacevole da affrontare come fosse un film.
Tempo di lettura: 8h 21m