"La rivoluzione (dal tardo latino revolutio, -onis, rivolgimento) è un mutamento improvviso e profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello. La rivoluzione può essere anche definita come un cambiamento irreversibile dal quale non si può tornare indietro"(Wikipedia). Forse, avrà pensato questo Antonio Ingroia quando ha creato la sua lista "Rivoluzione Civile" , voleva attuare un cambiamento in politica, voleva essere un novello Robespierre ma, oggi, si è capito che la sua rivoluzione ha comportato solo la rottura del modello precedente, la sua lista, e il sorgere di un nuovo modello, il suo movimento. In pratica, Ingroia è passato dalla Rivoluzione all'Azione mantenendo sempre il termine Civile. Sarà stato lo scarso risultato conseguito alle ultime elezioni, sarà stato il "cambiamento irreversibile" o, sarà stato che c'erano troppo rivoluzioni in giro, vedi quella di Rosario Crocetta, fatto sta che Ingroia ha dichiarato: "L’esperienza di Rivoluzione Civile è da considerarsi conclusa".
E con una nota, firmata dallo stesso Ingroia e da Oliviero Diliberto del Pdci, Antonio Di Pietro dell'Idv, Paolo Ferrero del Prc, Angelo Bonelli dei Verdi, Luigi De Magistris del Movimento Arancione, che non è un partito di monaci tibetani, e Leoluca Orlando della Rete2018, che non è un'invasione aliena, comunicano che: "I soggetti che hanno dato vita a Rivoluzione Civile hanno deciso all’unanimità di considerare conclusa questa esperienza. Il risultato insoddisfacente delle elezioni politiche del febbraio scorso ha indotto ognuna delle componenti a una riflessione profonda della nuova fase politica al proprio interno. Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell’immediato. Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a Rivoluzione Civile e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell’Italia. Resta, inoltre, forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell’etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto". Fine della rivoluzione.
Alla conferenza stampa di oggi, Antonio Ingroia ha comunicato la nascita di Azione Civile, un "movimento civico puro" che non vuole "essere l'ennesimo movimentino politico nell'area di sinistra " ma "una casa comune dei cittadini per cambiare l'Italia".
Speriamo che, stavolta, riesca davvero a cambiare il Paese anche senza fare rivoluzione ma solo con l'azione. Ci riuscirà? Ai posteri l'ardua sentenza!
Antonella Di Pietro©