Nel 2007 Timothy Brown, noto come l’uomo di Berlino, ha sconfitto l’AIDS grazie a un trapianto di midollo osseo; nel 2013 il miracolo si ripete nel Mississipi, USA, dove una neonata ha vinto il virus dell’HIV con un mix di farmaci antoretrovirali.
La neomamma non sapeva di avere l’HIV, e quando i medici ne hanno rilevato la presenza nel sangue della bambina, sono intervenuti immediatamente somministrando un mix di tre farmaci antiretrovirali. Una contravvenzione all’iter ospedaliero che ha salvato la neonata dall’HIV, il virus dell’AIDS.
La terapia farmacologica è cominciata 30 ore dopo la nascita ed è proseguita per 5 mesi, fino a che l’esito sempre negativo dei test ha convinto i medici ad abbandonare i farmaci. La bambina oggi ha 2 anni ed è guarita. Dell’HIV ci sono alcune tracce nel materiale genetico, ma talmente deboli da non permettere al virus di replicarsi.
Secondo Deborah Persaud, professore associato presso il Johns Hopkins Children’s Center e autore principale del rapporto sul bambino, la guarigione della bambina “è la prova di principio che siamo in grado di curare l’HIV se riusciamo a replicare questo caso.” Infatti il miracolo americano rappresenta una speranza concreta di salvare milioni di bambini che ogni anno nascono con il virus dell’HIV, soprattutto in Africa.
I medici di tutto il mondo sono entusiasti per quanto accaduto, ma l’OMS invita alla cautela: la guarigione della neonata dall’HIV rappresenta, al momento, un evento eccezionale che solo successivi studi e sperimentazioni potrebbero rendere applicabile su scala generale.