Stesso messaggio, cambia solo il genere svilito. Idea bellezza (catena italiana di profumerie) lancia una campagna pubblicitaria che svilisce il genere maschile.
Lo scopo è sempre lo stesso: prendere un individuo, ridurlo ad oggetto sessuale e schiaffarlo in un cartellone pubblicitario con una coccinella appiccicata nel culo che gli fà da francobollo. Quello che vi ho mostrato è una pubblicità cartacea comparsa su un depliant della profumeria, segnalatami da Ladyradio (che mi hanno dedicato un post e che ringrazio di cuore).
Per poter pubblicizzare il negozio in un cartellone pubblicitario (sulle strade di Napoli) non bastava mostrare il sedere ma si doveva andare oltre: completamente nudo, sguardo ammiccante verso l’interlocutrice/tore e gambe aperte.
Il modello posto a gambe divaricate suggerisce la riduzione ad oggetto sessuale a uso e consumo voyeuristico dell’altro sesso. Ti vogliono nudo o coperto a loro piacimento. In una utilizzano la cocinella per denudarti, nell’altra per “censurarti”. Ti scoprono, ti coprono, ti espongono, ti morigerano,proprio come accade ai nostri corpi.
La presenza di quella coccinella poi mi irrita parecchio. La coccinella utilizzata per coprire il pacco o per scoprire il sedere, rappresenta uno svilimento alla dignità maschile utilizzata per generare ilarità.
L’intento del pubblicitario è appunto quello di far ridere, probabilmente perchè considera la seduzione “una cosa da femmine“. Infatti la coccinella è rosa. Realizzare una pubblicità del genere in un contesto così sessista come l’Italia è dannoso, non può che generare ilarità e battutine omofobe, incitando questo fenomeno. Un pò come accade alla donna-oggetto, utilizzata con lo stesso dispezzo a scopo di suscitare battute sessiste che alludono all’antico mestiere del mondo, incitando la violenza sulle donne (ma poi sono pronti a chiamarci bigotte,cesse,invidiose quando ci indignamo).
La presenza di quella coccinella poi banalizza tantissimo l’aspetto sessuale maschile. In pubblicità abbiamo due aspetti: quella in cui la virilità viene alterata in modo estremo (come nel caso Nivea) e questi casi che offrono la parodia della donna-oggetto solo per accontentare il genere femminile. Ma noi non chiediamo che anche il sesso maschile venga ridotto ad oggetto sessuale per far si che ci fosse parità di trattamento in pubblicità.
Così facendo si rischia di peggiorare la situazione. Questo darebbe inoltre la licenza ai pubblicitari maschilisti di poter continuare a mercificare il corpo femminile “perchè tanto succede anche a quello maschile“ in nome di una falsa parità, la stessa che ai tempi delle donne “velate” che non potevano nemmeno uscire di casa in minigonna, ha permesso di mercificare a ruota libera i corpi femminili secondo il luogo comune che vuole ” il nudo femminile come simbolo di emancipazione“, producendo dei danni che hanno portato alla situazione attuale dove il modello della velina è l’unico modello vincente che la società italiana ci offre.
E non solo. Immaginatevi i commenti dei maschilisti: “ora non potete più rompere le palle, visto che avete il vostro uomo oggetto”, “che tr* dicono che siamo noi i porci e i sessisti e poi sbavano davanti a questi fr*ci”. Oppure quelli che si convinceranno che l’avvento dell’uomo oggetto sia colpa delle femministe che vogliono sottomettere l’uomo, stereotipo già presente nella nostra società che relega il movimento femminile ad una massa di ipocrite che vogliono prendere il posto dell’uomo. Non mi sto inventando nulla, perchè affermazioni simili le sento ogni volta che si avvicina l’8 marzo e i locali si riempiono di donne che assistono agli strip tease maschili. Facciamoli capire che non è quello che abbiamo voluto noi, ma solo una lurida deriva commerciale probabilmente creata da un uomo. Noi vogliamo la parità, vogliamo essere riconosciute come persone e non ricevere ogni tanto un contentino (per di più anche una volta all’anno) tanto per dire che siamo pari così da non indurci a rimproverare gli uomini che ci trattano da oggetti.
Anche il maschile nelle pubblicità fatica ad essere mostrato in modo reale. Casi come questi sono rari in Italia (abbiamo visto il caso TTTlines di Napoli) ma sono comunque da prendere in esame.
Perchè faticate a rappresentare uomini e donne come sono nella realtà? Perchè non limitate queste immagini a prodotti destinati al sesso? (sarebbe meglio per tutti). Non siamo bigotti, chiediamo che tutti quanti potessimo apparire con i nostri veri corpi, è una questione di dignità.
Perchè nessuno ha più il diritto di apparire con il proprio corpo? perchè i mezzi di comunicazione ci riducono tutti a corpi? Siamo in dittatura.
Segnaliamo la pubblicità.
*Ps: vorrei proprio sapere cosa diranno i maschilisti di me e Walai. Immagino che saranno pronti a farci passare per lesbiche.