Quando lo hanno scolpito, le Piramidi di Giza ufficialmente non esistevano ancora. Non esisteva Stonehenge. Non esisteva neppure la scrittura. Eppure, l’Idolo di Shigir, antico di migliaia di anni, prodotto da uno sconosciuto artista dell’Età della Pietra, sembra contenere delle informazioni codificate sotto forma di simboli.
La scultura rappresenta un essere umano stilizzato, con una testa rotonda e un lungo corpo piatto. È stato scoperto in una torbiera in Siberia: l’ambiente anaerobico ha conservato il legno di larice e i segni geometrici che lo decorano. Secondo Svetlana Savchenko, ricercatrice presso il Museo di Storia di Ekaterinburg, dove il reperto è custodito all’interno di una teca di vetro, comprendere il significato della statua potrà aiutare a capire come l’ Uomo del Mesolitico interpretasse il mondo.
Ad oggi, si stima che questo tesoro archeologico abbia 9.500 anni. Una datazione più precisa sarà disponibile nei prossimi mesi: un’equipe di esperti tedeschi dell’Istituto di Stato per i Beni Culturali della Bassa Sassonia lo sta sottoponendo ad esami sofisticati. I risultati- afferma il Siberian Times- dovrebbero essere pronti entro il prossimo febbraio ed accerteranno l’età con uno scarto di pochi anni, al massimo un decennio. Ma già ora gli studiosi non hanno dubbi: è la scultura lignea più antica al mondo.
“Non esiste nulla del genere nell’ intera Europa. Studiare l’Idolo è come un sogno che diventa realtà. Prevediamo di avere un primo esito del test per la fine dell’inverno, ovvero all’inizio del prossimo anno”, ha confermato il professore Thomas Terberger. Gli fa eco il collega russo Mikhail Zhilin, dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia delle Scienze: “Lo studiamo con timore reverenziale. Questo è un capolavoro, con un gigantesco valore emozionale. È un pezzo unico, senza precedenti al mondo. Ed è nello stesso tempo vivo e complicato.”
UN DETTAGLIO DEI PITTOGRAMMI DELLA STATUA LIGNEA
La complessità del reperto è soprattutto racchiusa in quei pittogrammi che ne coprono la superficie. “Non sono altro che informazioni criptate. La gente si trasmetteva la conoscenza con l’aiuto dell’Idolo”, sostiene Zhilin , convinto dell’alto livello artistico raggiunto dal popolo che realizzò questa meraviglia, forse con l’uso di pietre a cucchiaio. “L’uomo o gli uomini che lo hanno costruito vivevano in totale armonia con la natura, avevano un avanzato sviluppo intellettuale e un elaborato mondo spirituale.” Ma per ora il messaggio codificato in quei simboli è un mistero.
I ricercatori russi sono infatti certi che quei disegni non siano un semplice ornamento, un modo per abbellire l’immagine lignea, ma che celino un messaggio. “La difficoltà nell’interpretarli sta nella polisemia di questi simboli”, spiega la dottoressa Savchenko. “In altre parole, il loro potenziale significato multiplo. Per gli etnografi, una linea retta potrebbe indicare la terra o l’orizzonte – quindi il confine tra terra e cielo, tra terra e acqua o tra mondi diversi.
Analogamente, una linea ondulata o a zig-zag simboleggiava l’elemento acquatico, ma anche il serpente, la lucertola o un determinato limite. Ma in più la linea a zig-zag segnalava anche pericolo. Una croce, un rombo, un quadrato, un cerchio raffiguravano il fuoco oppure il sole e così via”, conclude. Dunque, non è semplice trovare un significato univoco in questa varietà di possibili interpretazioni.
I curatori del museo hanno ipotizzato che l’Idolo potesse essere una sorta di mappa primitiva, magari per la navigazione. Le linee rette, quelle ondulate e le frecce potevano indicare le vie per giungere a destinazione e il numero di giorni necessari per il viaggio: le onde stavano a significare i corsi d’ acqua, le rette i dislivelli del terreno ( ad esempio, i burroni) e le frecce le colline. Ma è una supposizione che deve essere ancora verificata.
IL VOLTO TRIDIMENSIONALE DELL’IDOLO